Le obbligazioni Venezuela 2027 sono dei bond con cedola semestrale ad un tasso d’interesse del 9,25%. Sono emessi in dollari, soggetti quindi alle oscillazioni del cambio, e dipendono per gran parte dall’andamento del petrolio, visto che le obbligazioni sono composte da titoli di aziende che lo esportano o lo estraggono.
Naturalmente prospettive di guadagno così alte, nascondono, neanche troppo velatamente, rischi altrettanto alti.
Più che un investimento, una scommessa
I rischi legati ad un simile investimento sono altissimi e il più concreto, in questo momento, è quello di default del Venezuela. Le voci che circolano danno quasi per certo il fallimento del Paese sudamericano, tanto che alcuni creditori, tra cui grandi case d’investimento che hanno acquistato le obbligazioni, hanno avviato le procedure con dei legali di Caracas per cercare di recuperare il salvabile. L’emissione in dollari rappresenta un’altra componente rischiosa dell’investimento, con il biglietto verde americano famoso per essere moneta meno stabile rispetto ad altre.
Infine l’andamento del petrolio può condizionare pesantemente il valore delle cedole dei bond.
La durata è dalla tua parte
L’elemento che fa segnare un punto a tuo favore è la durata dell’investimento. In un ottica di periodo così lunga infatti si può auspicare a una fisiologica risalita dell’oro nero e conseguentemente anche dei tuoi interessi, oltre al fatto che un petrolio in salute aiuterebbe il Paese ad uscire dalla difficile situazione nella quale si trova. Per quanto riguarda il rischio della bancarotta, solitamente un paese per evitarla allunga le scadenze ristrutturando il debito ed in questo caso a soffrirne sarebbero più i titoli con durata breve rispetto a quelli che hanno una scadenza più lontana, in quanto il loro rimborso è già differito nel tempo. Con il prezzo corrente che si aggira tra i 25 e i 26 dollari il rendimento è del 42% annuo circa. Il gioco vale la candela? L’aspetto fondamentale è sapere che a fronte di guadagni così alti, c’è la concreta possibilità di non ricevere il pagamento le cedole, ma anche di perdere il capitale, come il caso Argentina insegna.
Il default del Venezuela non esiste
Questo è quel che dice Quevedo, appena seduto alla poltrona del ministero del Petrolio e della compagnia statale Pdvsa, ed in effetti fin qui il Venezuela ha onorato tutte le scadenze, anche se gli Stati Uniti, tra i Paesi nemici del Venezuela, ha cercato di ostacolarli. Due cedole di obbligazioni con scadenza 2019 e 2024 non sono state pagate, ma in realtà Clearstream, agenzia di cambio che fa da intermediario tra governi che emettono obbligazioni e coloro che, in possesso dei titoli, ricevono le cedole, ha incassato il controvalore delle cedole stesse, salvo non girarlo poi agli obbligazionisti.

Venezuela 2027
Questo è successo perché alcuni fondi americani hanno chiesto di verificare la regolarità dei versamenti venezuelani, congelando di fatto il pagamento delle cedole.
Una buona strategia appare dunque quella della diversificazione, destinando solo una parte del proprio patrimonio alle obbligazioni venezuelane, così da lasciarlo inalterato in caso di perdite, ma senza perdere gli enormi profitti che promettono.