Novità in arrivo per i correntisti Unicredit dal 2020. L’istituto bancario difatti si prepara per recuperare quelli che sono gli interessi negativi, facendoli ricadere sui titolari di conti correnti con depositi oltre i 100.000 euro. Non verrà fatta alcuna distinzione sulla tipologia di cliente, se retail o imprese. Nel corso di un’intervista TV, il CEO Jean Pierre Mustier ha inoltre specificato che Unicredit è già al lavoro nei Paesi dove è presente per mettere in atto la misura, e che quindi la data comunicata è da ritenersi ufficiale.
Quali sono i correntisti coinvolti dalla misura
Come anticipato, non saranno tutti i correntisti ad essere colpiti da questo nuovo costo del conto corrente, ma solamente coloro che hanno depositi superiori ai 100.000. A dirla tutta, Jean Pierre Mustier ha dichiarato che ad essere colpiti saranno solamente gli importi “ben oltre” i 100.000 euro, ma al momento non è dato sapere a quale importo corrisponda tale precisazione. Per quanto riguarda invece gli importi inferiori, i correntisti potranno dormire sonni tranquilli perché la situazione rimarrà immutata rispetto a quella attuale.
Il premio di consolazione
Sempre nel corso dell’intervista, Jean Pierre Mustier ha specificato come ai correntisti colpiti dalla misura, verranno offerte delle alternative, anche se potrebbero apparire come un premio di consolazione per “indorare” la pillola. In altre parole tali alternative potranno essere ad esempio fondi di investimento nel mercato monetario dove non saranno previste commissioni, per far recuperare al cliente quanto pagato con i tassi. Il senso di questa precisazione è quello di offrire alla clientela degli obiettivi di rendimento più vicini allo zero, situazione migliore all’avere tassi di deposito negativi.
Ciò che resta ancora da capire sono le direttive che la banca seguirà per applicare la misura e soprattutto quale sarà il livello preciso di liquidità che una volta oltrepassato prevederà l’applicazione dei tassi negativi. Al momento tra l’altro non è ancora possibile sapere se quello di Unicredit rimarrà un caso isolato, oppure stia agendo solamente da apri pista per dare inizio ad un adeguamento collettivo da parte di tutti gli altri istituti bancari.
Quello che è certo è che Unicredit confida di recuperare i minori ricavi che potrebbero derivare dal deflusso dei capitali, bilanciandoli con le maggiori entrate che dovrebbero derivare dal miglioramento dello spread, cioè la differenza tra i tassi attivi e quelli passivi. Al mercato il giudizio sulla misura.