Successivamente alla nomina del nuovo Governo, noto come Conti Bis, sono state espresse molte idee in merito all’aumento o alla modifica della tassazione ad oggi in voga. Fra queste, è stata esternata la possibilitá di una tassazione sul denaro contante. In questo articolo spiegheremo come potrebbe essere applicata e chi sarebbero i suoi finanziatori.
Come funzionerebbe la tassa sul denaro contante
Bisogna specificare che la tassa partirebbe in automatico, a seguito del prelievo mensile, da parte del contribuente, superiore alla cifra di 1500 €. Confindustria, responsabile dell’idea, ha consigliato di applicare un incentivo alla tracciabilitá dei pagamenti mediante moneta elettronica e ad un disincentivo all’uso del denaro contante nel seguente modo: superata la somma di 1500 €, dal mese successivo verrebbe sottratto il 2% di quella stessa somma e destinato alla tassa direttamente dallo sportello bancomat; dall’altro lato per ogni transazione effettuata tramite carta di credito/debito o comunque con mezzi tracciabili, si avrebbe un credito di imposta pari allo stesso 2%.
Chi pagherebbe questa tassa sul contante?
Solo coloro che, in mese, prelevano più di 1500 € dal bancomat o dallo sportello, cioè solo 1 correntista su 4, dato che la maggior parte delle somme che gli Italiani prelevano risultano minori della cifra indicata. A parere di Confindustria i conti relativi al gettito d’ingresso di questa forma di tassazione sarebbero pari a 3,4 miliardi all’anno.
Perchè si è pensato ad una tassa sul denaro contante?
Il motivo principale per il quale sono diversi i Governi che hanno pensato a tassare il denaro contante nel corso del tempo, é proprio quello di scongiurare o comunque di ridurre notevolmente l’evasione fiscale, la cui crescita in Italia non ha mai subito alcuna battuta d’arresto.
Provvedimenti così estremi sono stati protagonisti di discussioni parlamentari infinite fino al giorno d’oggi perché si trovasse il giusto compromesso affinchè tutte le parti si accordassero. Fino ad ora non era stato valutato come applicabile alcun metodo proposto, anche perché i contribuenti italiani non tollerano in alcun modo che possano essere toccati i propri conti corrente e tutte le volte hanno mostrato rimostranze più o meno definitive.
Altri provvedimenti anti-evasione
Assieme al funzionamento sopra specificato circa la tassazione sul denaro contante, sarebbero pronti anche dei provvedimenti accompagnatori, che seguirebbero lo stesso percorso per diventare Legge: la messa in pratica delle sanzioni per la mancanza di POS, nonostante l’obbligo di Legge sussista da qualche anno, che fino ad ora non è mai stato applicato, potrebbe diventare reale e, ricordiamo che, comporta multe amministrative pari a 30 € per ogni pagamenti rifiutato mediante moneta elettronica, per ogni esercente che non possa o non voglia eseguire l’operazione; estendere l’obbligo di pagamenti elettronici anche alla Pubblica Amministrazione, per i servizi o le prestazioni che vengono fornite, specialmente riguardanti la Sanità; certificare la tracciabilità di tutte quelle operazioni che o servizi che fruiscono delle detrazioni fiscali (Sismabonus, Ecobonus ecc).