TAN e TAEG: cosa Sono, Differenze tra i due, Calcolo e Significato

Valutando la convenienza economica di un qualsiasi genere di finanziamento la nostra attenzione si focalizza immediatamente sul tasso d’interesse applicato. Come ben sappiamo infatti tale valore esprime in forma percentuale la quota aggiuntiva rispetto al capitale concesso in prestito che ogni anno dovremo versare all’istituto di credito tramite le rate.
Se però quotidianamente non si opera in ambito economico determinare un indice così fondamentale a partire da una proposta di finanziamento può risultare davvero complesso.

Comprendere a conti fatti quanto verrà a costarci un finanziamento rende infatti necessario saper individuare correttamente TAN (Tasso Annuo Nominale) e TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) relativi all’offerta, indici che abbiamo sentito nominare mille volte senza mai chiederci cosa possano significare. In questo articolo andremo a confrontare e analizzare nel dettaglio ciò a cui effettivamente corrispondono questi due parametri, per fare chiarezza e consentire a chiunque di quantificare in modo immediato gli interessi applicati ad un prestito.

TAN e TAEG: definizione e differenze tra i due principali indici di costo

Confinati negli ultimi secondi degli spazi pubblicitari televisivi che trattano prestiti personali e offerte sull’acquisto di auto, TAN e TAEG sono in realtà gli elementi su cui si fonda la valutazione del tasso d’interesse di un qualunque finanziamento. Si tratta di una terminologia specifica del settore bancario che ad un primo approccio può senz’altro confondere le idee, tuttavia come scoprirai non vi è nulla di così difficile. Vediamo di illustrare il contenuto di questi due indici di costo:

  • TAN (Tasso Annuo Nominale): si tratta di ciò che potremmo definire tasso di interesse puro, ovvero la percentuale aggiuntiva rispetto al capitale concesso in prestito che alla fine di ogni anno deve essere riconosciuta alla società finanziaria. Ogni rata del piano ammortamento è composta da una quota capitale e una quota interessi: la prima contiene una frazione del capitale preso in prestito inizialmente, la seconda invece è quella somma di denaro determinata a partire dal TAN che rappresenta il guadagno dell’istituto di credito sul finanziamento concesso.
  • TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale): il TAN è un ottimo indice per procedere al calcolo della rata, tuttavia non comprende numerosi fattori fissi di spesa che devono essere presi in considerazione ai fini del confronto tra proposte di finanziamento. Con lo scopo di garantire al cliente la massima trasparenza è stato reso obbligatorio dichiarare il TAEG, l’indice sintetico di costo complessivo del prestito. Al suo interno oltre all’interesse puro vengono prese in considerazione tutte le spese obbligatorie ai fini della stipula del contratto: polizze assicurative, costi di tenuta e gestione della pratica ed eventuali commissioni sui pagamenti. Grazie al TAEG sarà possibile confrontare in modo completo le proposte di finanziamento e scegliere la più vantaggiosa.

Costo del finanziamento: tutti i fattori da considerare

Come detto, il TAEG rappresenta l’indice più adatto per determinare il costo di un finanziamento. Se si stanno confrontando proposte di mutuo occorre però tener conto del fatto che imposte, spese notarili e costi aggiuntivi di perizia dell’immobile possono variare considerevolmente da banca a banca e non sono inclusi nel TAEG. Allo stesso modo il TAEG non comprende ovviamente penali e interessi di mora che possono sopraggiungere in caso di ritardi nel pagamento delle rate. Tutte queste informazioni possono comunque essere reperite nel documento informativo precontrattuale disponibile in filiale.

Può infine risultare importante porre in evidenza una caratteristica comune ai piani di ammortamento più diffusi (detti alla francese): anche se l’importo della rata è costante, la distribuzione di quota capitale e quota interesse varia nel tempo. Nessun allarmismo dunque se dalla lettura delle rendicontazioni bancarie noterai nelle prime rate una quota interesse elevata che con il passare dei mesi decresce in favore della quota capitale: si tratta semplicemente del modo in cui la banca procede nel calcolo.

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