Come saprai, il mese di settembre coincide da sempre con l’inizio di uno dei periodi dell’anno più importanti per la politica italiana, ovvero quello in cui si deve iniziare a mettere mano a quella che una volta era nota con il nome di Finanziaria e che oggi viene più comunemente chiamata “manovra di bilancio”. Quest’anno l’attesa da parte degli operatori economici e non solo è decisamente alta ancor prima dei questo importante appuntamento che sarà il primo banco di prova di tenuta dell’esecutivo giallo-verde.
Uno dei temi più caldi è quello relativo al taglio dell’Irpef e negli ultimi giorni sono emerse diverse novità che hanno dato corpo e sostanza alla proposta del Governo, le quali saranno contenuti nella nota di aggiornamento al Def, vero e proprio “antipasto”, come sai, di quella che una volta era appunto chiamata Finanziaria.
Il Governo al lavoro sulla nota di aggiornamento al Def
Una delle proposte che il Governo presieduto da Giuseppe Conte sta mettendo a punto riguarda il taglio dell’Irpef sui redditi più bassi. Il mutamento del clima con Bruxelles, con la Commissione Europea che si è mostrata più possibilista nel concedere un minimo di flessibilità sulle misure economiche che l’Italia dovrà sottoporre alla Commissione Europea stessa, ha riportato in auge una delle misure che stanno più a cuore a Di Maio e Salvini, ovvero quello del taglio dell’Irpef sui redditi più bassi. Gli esperti economici della Lega e del Movimento Cinque Stelle stanno lavorando alacremente per mettere a punto la nota di aggiornamento al Def, che deve essere presenta entro la fine del mese, precisamente il 27. Come sicuramente sai, l’intervento sull’Irpef è uno dei temi più caldi, ma nessuno nell’esecutivo si nasconde il fatto che ad un taglio delle tasse deve corrispondere una adeguata copertura: solo in questo modo si può infatti evitare uno scontro con Bruxelles.
La proposta allo studio del Governo per il taglio dell’Irpef
Come puoi immaginare in questo momento entrambi i partiti che compongono l’attuale maggioranza stanno cercando di tirare l’acqua al proprio mulino. Il Movimento Cinque Stelle infatti sta spingendo per l’approvazione di un primo provvedimento relativo al reddito di cittadinanza, mentre la Lega di Salvini vorrebbe passare all’incasso per quanto concerne la flat-tax, che è stato un cavallo di battaglia della campagna elettorale di tutto il centrodestra. Tuttavia entrambi i partiti sembrano essere consci, anche dopo vari colloqui con Tria, titolare del dicastero dell’Economia, che ottenere l’emanazione di tali provvedimenti è al momento irrealistico.
Anche per questo motivo l’attenzione si sta sempre più concentrando sul taglio dell’Irpef, su cui Lega e M5S sembrano trovarsi in sintonia. La proposta in fase di studio da parte del Governo prevede la riduzione della prima aliquota Irpef, che passerebbe dal 23% al 22%. Come saprai oggi il primo scaglione fino a 15 mila euro è appunto del 23%. Stando alle stime fatte proprie anche da alcune sigle sindacali, il beneficio per tutti i contribuenti italiani sarebbe tra i 90 ed i 150 euro all’anno.
Le coperture finanziarie
La domanda che probabilmente ora ti starai ponendo è dove il Governo conta di trovare le risorse necessarie, che ammontano a circa 4 mliardi di euro, per finanziare un progetto che andrebbe ad incidere specialmente sui redditi più bassi. Al momento non vi è nulla di ufficiale sula copertura economica di questa misura, che dovrà comunque essere trovata per poter superare l’esame dei tecnici di Bruxelles. Tuttavia sono sempre più insistenti le voci secondo le quali i tecnici di Via XX Settembre starebbero seriamente valutando, anche su pressione dei due partiti azionisti di maggioranza, di eliminare il cosiddetto “Bonus Renzi”, consistente negli 80 euro mensili garantiti in busta paga ai redditi più bassi.
In questo modo si potrebbero recuperare circa 10 maliardi di euro e quindi finanziare il “reddito di cittadinanza”, seppure non nella forma in cui era stato proposto dal Movimento Cinque Stelle nel corso della campagna elettorale. Le polemiche ovviamente non mancano già da ora, perchè alcuni esponenti delle opposizioni parlamentari e non solo fanno notare come in questo modo i redditi più bassi si troverebbero in una situazione paradossale: perdere il “bonus Renzi” per ottenere un risparmio annuo decisamente inferiore.