Ormai nell’immaginario collettivo, in Italia c’è sempre meno lavoro a causa della crisi scoppiata nel 2008; e ove anche ci fosse,è poco retribuito. Ma è veramente cosi?
Secondo i dati statistici, in Italia, ogni lavoratore guadagna poco più di millecinquecento euro netti al mese, il che significa quasi venti mila euro all’anno. Ovviamente è un dato puramente statistico,in quanto a seconda della professione si possono guadagnare cifre ben differenti.
I lavori meglio retribuiti spaziano in vari campi: dal classico dirigente aziendale, banchiere, o amministratore delegato, sino alle professioni più moderne, come lo sviluppatore web, il product manager o il programmatore informatico. Inutile dire che per ambire alle professioni con gli stipendi medi maggiore è di fondamentale importanza la conoscenza di almeno una lingua straniera (l’inglese viene dato per scontato da molti datori di lavoro) e il sapersi destreggiare nell’ambito dell’informatica.
Per accedervi è richiesta inoltre una laurea e spesso anche una specializzazione, la quale,dopo svariati anni di gavetta e una spiccara abilità lavorativa,permetterà al lavoratore di raggiungere uno stipendio da capogiro. L’altra faccia della medaglia è abitata dai lavori medio-bassi. Gli impiegati guadagnano circa trentuno mila euro annui,a fronte dei poco più di ventitre mila degli operai: stipendi che se paragonati a quelli dei massimi vertici aziendali farebbero ridere,ma che nei tempi che corrono farebbero comodo a tutti.
In Europa la situazione è diversa,ma non di molto. La crisi ha toccato quasi tutti i paesi europei,dai nostri cugini francesi, alla Germania, fino alla penisola iberica. Nella classifica degli stipendi medi dell’Unione Europea il nostro Paese si posiziona nona,con quasi ventinove mila euro per lavoratore,subito davanti alla Spagna, decima con ventisei mila euro circa. Uno dei primi è il Lussemburgo, meta ambita da molti facoltosi per via delle tasse minime imposte. Non a caso è definito “paradiso fiscale”. Lì lo stipendio medio è di cinquantatre mila euro a lavoratore,quasi il doppio della media italiana.
I paesi dove gli stipendi sono più bassi, logicamente sono anche i paesi più poveri. La zona europea meno ricca infatti è l’Europa dell’est, comprendente Paesi come la Bulgaria, Romania, Lituania, Ungheria, Lettonia, Slovacchia o Serbia: qui, non si parla tanto di paradiso fiscale, ma più di “paradiso aziendale”.
Le multinazionali infatti delocalizzano le proprie sedi in queste zone dell’est, nelle quali possono permettersi di pagare i lavoratori con salari minimi, a volte anche decimati rispetto agli stipendi richiesti nei paesi d’origine delle sedi. La Danimarca primeggia nella classifica degli stipendi più alti, con una media superiore a venticinque euro all’ora, seguita da Irlanda e Svezia. E’ anche vero però,che in queste zone il costo della vita è molto elevato. All’ultimo gradino di questa classifica statistica si trova la Bulgaria, con circa un euro e sessanta all’ora.
Tornando nei confini del nostro Stivale,la media dello stipendio medio lordo orario è inferiore rispetto alla media complessiva europea,la quale è di 13,15 euro/ora. La media italiana è di 12,50 euro/ora. Per molto potrebbe non sembrare male come media,eppure è bassa se si considera che c’è chi guadagna 50/60 euro all’ora.