Spread e Mutui: come e se l’Incremento dello Spread ha Effettuo sui Mutui

Negli ultimi giorni, complice la crisi politica del Governo italiano, si è riaffacciato il timore dell’aumento dello spread, un indice che rappresenta la differenza tra i rendimenti dei titoli di di Stato italiani e quelli di altri Paesi. Il termine spread in inglese significa allargamento e nei mercati finanziari indica soprattutto la capacità di un Paese di restituire i prestiti.

L’innalzamento dello spread incide non soltanto sui titoli bancari e sulle società quotate in Borsa, ma soprattutto sulle famiglie che hanno contratto dei mutui e dei prestiti. In questo articolo cercheremo di spiegarti come lo spread può influire sui mutui e quali sono le conseguenze nel medio-lungo periodo.

Lo spread: definizione e caratteristiche principali

E’ bene sottolineare che l’aumento dello spread è uno dei segnali di allarme che sottintende una crescente paura dei mercati nei confronti della solidità di un determinato Paese. La crescita dello spread in Italia si verifica solitamente in situazioni di grave instabilità politica, come successe nel novembre 2011 che toccò i clamorosi 574 punti, prima dell’avvento del governo tecnico di Mario Monti. L’ultimo innalzamento dello spread si verificato qualche giorno fa, quando ha raggiunto la soglia di 300 punti, dopo l’inconcludente tentativo di formare un nuovo governo da parte di Lega e Movimento 5 Stelle.

In generale, lo spread identifica la differenza tra i rendimenti dei titoli di Stato italiani rispetto a quelli tedeschi. Per capire come funziona lo spread è opportuno fare un esempio: se il titolo di Stato tedesco ha un rendimento pari all’1% e quello italiano invece rende circa il 3%, lo spread sarà del 2%, cioè il differenziale tra i due valori di riferimento. Quando si parla di punti dello spread, se si considera l’esempio precedente lo spread si attesta ai 200 punti, per indicare la differenza tra i due rendimenti del 2%.

Spread e mutui a tasso fisso: quali sono le conseguenze?

La crescita percentuale dello spread genera paura sui mercati finanziari innescando una serie di reazioni a catena che determinano spiacevoli conseguenze sui mutui e i prestiti. Le conseguenze sui mutui e sui prestiti non sono visibili nel breve periodo, ma tendono a emergere nel breve-lungo periodo. Una delle principali conseguenze nel breve periodo dell’innalzamento dello spread è la diffidenza da parte degli istituti di credito di concedere nuovi prestiti o il probabile rialzo degli interessi sui mutui a tasso variabile.

Per comprendere come lo spread influisce sui mutui è opportuno fare una precisazione: il tasso di interesse dei mutui viene stabilito in base a due criteri, lo spread e l’andamento dei tassi del mercato interbancario. Il primo parametro (lo spread) viene imposto dall’istituto di credito, mentre il secondo varia in base al tipo di mutuo contratto: quelli a tasso fisso seguono i parametri stabiliti dagli indici Eurirs, mentre quelli dei mutui a tasso variabile dall’indice Euribor. Se hai già stipulato un mutuo a tasso fisso, l’aumento dello spread non ha nessuna rilevanza, poiché si considera esclusivamente il tasso Eurirs indicato al momento della sottoscrizione del mutuo.

Il discorso cambia, per chi vuole invece accendere un mutuo a tasso fisso in questi giorni, paradossalmente è molto più conveniente visto che i tassi di interesse sono più bassi rispetto alle settimane precedenti, nonostante l’aumento dello spread. Questa particolare situazione dipende soprattutto dall’impossibilità per le banche di innalzare lo spread in poche settimane, ma sicuramente nei prossimi mesi anche i nuovi mutui a tasso fisso subiranno un repentino cambiamento dei tassi di interesse, quindi è un’opportunità da sfruttare solo nel breve periodo.

Spread e mutui a tasso variabile: quali sono le conseguenze?

Se invece hai un mutuo a tasso variabile, le conseguenze dell’aumento dello spread sia nel breve che nel lungo periodo non sono positive. Il tasso di interesse dei mutui indicizzati viene stabilito dai valori dell’indice Euribor, che negli ultimi due anni è stato pressoché fermo, ma come suggeriscono gli analisti finanziari se l’instabilità economica italiana contagia gli altri mercati europei potrebbe verificarsi un innalzamento dei parametri con il conseguente aumento delle rate mensili dei mutui a tasso variabile. Per il momento i mutui a tasso variabile non hanno subito conseguenze negative dall’allargamento dello spread, ma se la crisi persiste vi saranno spiacevoli aumenti per tutte le famiglie che hanno stipulato un mutuo.

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