Spread Alto Conseguenze: Ecco Quali Sono

Lo spread, quello spauracchio finanziario che fino a qualche anno fa noi addetti ai lavori nemmeno sapevamo che esistesse, in realtà è un indice più o meno attendibile della salute e della credibilità di un Paese. La credibilità in finanza è una questione vitale, il primo requisito che un investitore valuta.

Ogni nazione per finanziarsi, emette titoli di Stato al risparmio, cioè obbligazioni che gli investitori internazionali acquistano per quello che è il valore nominale, riscattandone poi dopo un periodo a priori stabilito, il capitale più gli interessi. Se un Paese è a rischio di default, se cioè si presuppone che non avrà la possibilità di restituire il capitale e l’interesse a scadenza, i suoi crediti ovviamente non vengono acquistati. Nel panorama mondiale c’è un’offerta vertiginosa di titoli di Stato, basta un minimo dubbio di insolvenza per dirottare gli investitori verso altri clienti.

Le agenzie di rating sono organi privati di banche di investimenti che lavorano appunto acquisendo notizie inerenti lo stato di salute di ogni singolo Paese, per poi dare una valutazione di merito rispetto ai titoli emessi.  La valutazione delle agenzie di rating influenza gli investitori e funziona un pò da listino di orientamento. Il giudizio nel ritenere più o meno sicuri gli investimenti creano un vero e proprio mercato dei titoli. Come per logica di mercato, quanto più un titolo è gradito, tanto più la sua rendita è bassa. Di contro per bilanciare la cattiva reputazione, una Nazione sfiduciata o in difficoltà dovrà innalzare i tassi di interesse per rendere i propri titoli più appetibili e contrastare l’offerta di altri paesi più attendibili.

I rischi di uno Spread Elevato

In Europa la Nazione leader dal punto di vista economico finanziario è la Germania, un vero e proprio metro su cui confrontarsi per ottenere un riferimento. I suoi titoli sono ritenuti i più sicuri dal punto di vista della solvibilità, detta in soldoni rendono poco ma è danaro sicuro.  Altri Paesi considerati meno sicuri, dovranno innalzare i punti di rendimento dei titoli per sopperire al rischio finanziario che l’acquisto comporta. L’esempio che ci riguarda più da vicino è lo spread (differenza) tra i nostri BTP italiani e i Bund tedeschi, un indicatore economico abbastanza attendibile per la valutazione della salute economica di un Paese.

Oggi con uno spread di 230 punti, il titolo italiano sarà ripagato con un interesse del 2,68%, rispetto al 2,34% di quando lo Spread era calcolato in 80 punti. Più sale lo spread, più alti sono gli interessi che l’Italia dovrà pagare ai suoi finanziatori (acquirenti del debito pubblico), minore sarà l’utile dell’operazione di emissione e vendita di titoli. In pratica diminuisce la quantità di denaro che il Paese può utilizzare.

Una maggior quota d interessi passivi da dover pagare, innesca una spirale di eventi negativi a catena che si ripercuotono su tutti i settori, ivi compreso il costo del denaro. In seguito ad uno spread particolarmente alto, si innalzeranno i tassi di interesse, di conseguenza i mutui, gli acquisti, gli investimenti e tutti i prodotti finali. Finchè l’Italia aveva una moneta sovrana, bastava stampare banconote nei momenti di bisogno, il sistema Euro invece è un circuito chiuso, dove l’emissione di titoli di credito è l’unica forma di finanziamento di un Paese che finchè non avrà i suoi conti in ordine, sarà costretto a svendere i propri crediti, con le conseguenti ricadute sull’economia e sul welfare.

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