Il problema del rinnovo dei contratti per i lavoratori del settore bancario sta agitando le acque tra i lavoratori, i sindacati e le banche. La proposta fatta dall’associazione dei bancari italiani (ABI) nella persona di Patuelli è stata quella di richiedere una proroga del contratto in scadenza. Tale proposta porterebbe quindi a far traslare la scadenza prevista dei contratti bancari di un anno portandola di fatto alla fine del 2019. La motivazione di tale richiesta ha l’obiettivo di far evitare le presumibili disdette, che secondo il contratto sono state possibili a partire sin dal mese di giugno scorso in modo tale da rivedere le clausole dell’accordo con più calma.
L’accordo che è stato rinnovato l’ultima volta nel 2015, dopo che in tante banche ci fù uno sciopero generale dei lavoratori che consentì di arrivare ad un aumento dei salari. Per questa ragione il rinvio al 2019 con conseguente proroga potrebbe essere conveniente sia per le banche che per i lavoratori stessi. Un’ultima ragione della convenienza di spostare il rinnovo potrebbe essere quella di favorire la discussione dei rinnovi delle cariche sindacali previste nel mese di novembre.
La posizione della Federazione Autonomo dei bancari Italiani (FABI)
Il maggior sindacato dei lavoratori bancari per bocca del suo Presidente Sileoni si mostra contrario a questo tipo di accordo per diverse ragioni, puntando ad avere una posizione unitaria anche con gli altri sindacati. La ragione per la quale il sindacato dei bancari è contrario riguarda innanzitutto la perdita degli aumenti salariali e lo slittamento di questi ultimi al prossimo anno, senza che vi sia nemmeno un adeguamento basato sull’inflazione. Il sindacato è contrario allo slittamento anche perché ritiene che le prossime elezioni non debbano fermare le discussioni in atto, di cui le sigle sindacali vogliono rendersi protagoniste.
Le nuove linee guida che dovrebbero essere portate avanti secondo il sindacato per la stesura dei nuovi contratti sono i giovani a cui si dovrebbe garantire un migliore trattamento economico insieme alla discussione di legare il salario alla produttività, che per quanto riguarda il settore bancario risulta in crescita come pure gli utili. Insieme a tali cambiamenti viene sottolineato ancora la creazione nel settore di nuove figure di consulenti bancari, con professionalità specifiche, che non sono contemplati nel contratto attuale. Lo sfruttamento delle nuove tecnologie e la professionalità di questa nova categoria di lavoratori può essere un punto di partenza per un nuovo sviluppo di altre categorie di lavoratori da regolarizzare.
Il Presidente Sileoni si mostra anche favorevole all’ipotesi circolata nei mesi scorsi che il ministro Tria voglia affidare a Masera l’incarico di trattare con l’Europa riguardo il nuovo modello da adottare per le banche che distingua tra i grandi ed i piccoli istituti. Anche in questo campo si ribadisce come la visione monopolistica del settore bancario sia un freno alla crescita ed allo sviluppo per il nostro Paese, come non lo è invece quello della concorrenza a cui bisogna sempre rifarsi.
Le posizioni delle altre sigle sindacali
Dopo una discussione tra le varie parti sindacali, tra chi è nettamente contrario alla proroga e chi invece appare più possibilista, si è arrivati nel corso dell’ultimo periodo ad una posizione molto più unitaria. Il punto di partenza è stato il rifiuto pressoché totale della proroga dell’accordo da parte dell’ABI per dodici mesi dei contratti bancari, ritenendolo un periodo troppo lungo che farebbero perdere aumenti e posti di lavoro ai lavoratori. La contrattazione tra le varie sigle sindacali ha portato alla richiesta univoca di accettare una proroga di soli 6 mesi per la scadenza dei termini entro i quali possono essere esercitate le disdette dei contratti. In poche parole le sigle sindacali chiedono di posticipare l’eventuale disdetta dei contratti alla fine di quest’anno senza avvalersi di un rinnovo tacito per il prossimo triennio. Il fronte dei sindacati con la proroga sino al 31 dicembre delle disdette, si è riunito affermando di voler esser protagonista dal prossimo autunno di una piattaforma negoziale unitaria per la discussione dei contratti nuovi che varranno per il prossimo triennio.
Le prospettive future
Le trattative tra i sindacati e le banche hanno portato ad un accordo di compromesso, necessario per gestire la situazione attuale e soprattutto quella futura dei lavoratori del settore bancario. Le continue modifiche e l’evoluzione sancita dalla nascita di nuove figure professionali saranno in futuro per tutti i lavoratori del settore un tema su cui discutere per lo sviluppo economico futuro e l’occupazione. L’accordo attualmente raggiunto tra le parti, rappresenta un normale compromesso grazie al quale i lavoratori non ci rimetteranno nell’immediato e le parti potranno discutere con più calma gli accordi futuri.