Martedì 3 aprile 2018 si aprono le danze e sei invitato a partecipare al debutto in società di Spotify che si prepara ad entrare nel fantastico mondo di Wall Street. Il grande annuncio è stato dato durante l’investor day. Il servizio di streaming musicale si quota in borsa dal 3 aprile: per il 2018 si attende una crescita di utenti del 30% con un’estensione della fetta di torta anche agli abbonati al servizio premium.
Spotify non segue la via della IPO
La società ha scelto di differenziarsi rispetto alle entrate in borsa tradizionali e infatti non ha intrapreso la strada della Ipo, cioè della offerta al pubblico iniziale, ma ha preferito percorrere un’altra via quella della Dpo. Si tratta, in poche parole, di una quotazione diretta che permette alla società di quotarsi in borsa senza doversi appoggiare ad un intermediario finanziario; in questo modo gli azionisti possono offrire in maniera diretta ed immediata le loro azioni agli investitori, senza ricorrere all’emissione di nuovi titoli.
Spotify ha da poco rivelato che con l’entrata in borsa punta ad ottenere un miliardo di dollari e che la capitalizzazione potrebbe addirittura aggirarsi attorno alla cifra di 23 miliardi. Ricordiamo anche che l’azienda se da un lato aumenta le sue entrate, nell’ultimo anno è passata da un miliardo a 4,09 miliardi è ben lontana dal pareggio di bilancio. I punti in rosso sul conto non sono mai stati un taboo quel che è certo è che la politica delle quotazioni in borsa richiede alle società un elevato grado di trasparenza che in molti casi non significa soltanto chiarezza ma anche maggiori critiche. Se vuoi investire in Spotify puoi farlo utilizzando la piattaforma di trading di eToro. (* 67% of retail CFD accounts lose money).
La società lascia la parola agli investitori
Il colosso svedese ha deciso che saranno gli investitori a determinare il prezzo sulla base delle informazioni rilasciate al momento dell’entrata in borsa della società. Il costo delle azioni, pertanto, è ancora ignoto e potrai venirne a conoscenza solo dal giorno del debutto. Gli investitori come te potranno determinare i prezzi di vendita e di acquisto che permetteranno di computare il valore della capitalizzazione sociale. Si tratta di una forma di offerta a cui devi fare attenzione perché comunque è molto più rischiosa e fluttuante ma al contempo più remunerativa. Il tutto potrà avviarsi dal momento in cui la SEC (security exchange commission), società di controllo americana concederà il nulla osta. Da segnalare la mossa da stratega che la società ha compiuto vendendo il 9 per cento delle sue azioni al gruppo cinese Tacent realizzando il duplice scopo di ottenere una porta di ingresso verso il mondo asiatico, ed al contempo ha trovato fondi appena sfornati per i suoi investimenti.
Il mondo di spotify
Spotify deve continuare a spendere autofinanziandosi con i nuovi abbonati. E’ un po’, questa, la strada intrapresa da suo cugino Netflix che però ha delle azioni appetibile e del tutto rispettabili a Wall Street. Il problema di Spotify è che il 70% dei guadagni va agli artisti, anzi la soglia è da poco stata innalzata perché la piattaforma e per riflesso la società era stata accusata di uccidere la vocazione artistica ed il mercato musicale.
Inoltre, l’azienda deve fare i conti con i rivali. Apple ad esempio ha comprato Shazam l’applicazione di riconoscimento dei file musicali che una volta individuati rimanda direttamente, per l’acquisto all’Applestore. Da un’analisi della curva di domanda emerge anche come stiano cambiando le abitudini degli utenti, molti di loro anche se mantengono un abbonamento Premium scelgono di condividerlo usufreuendo dell’account family o studenti.
Come Investire in Spotify
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