Quando si parla di mutui il pensiero corre immediatamente alla crisi, partita in USA ma poi diffusa in tutto il mondo, relativa ai mutui cosiddetti Subprime. Per capire il significato delle due etichette Prime e Subprime dobbiamo prima chiarire a cosa si riferiscono.
Storia creditizia individuale
Negli Stati Uniti, dove è scoppiato il bubbone dei mutui Subprime, la Federal Reserve (la banca centrale USA) ha previsto un sistema di valutazione per ogni cittadino americano relativo alla sua storia creditizia: in pratica vengono registrati tutti i rapporti debitori dei singoli cittadini e viene assegnato loro un punteggio in base al rispetto degli obblighi verso i creditori.
Il punteggio varia da un minimo di 300 punti (che è anche il livello iniziale da cui parte chi non ha una storia creditizia) fino ad un massimo di 850 punti. Coloro che registrano un punteggio inferiore a 620 sono definiti dei debitori Subprime, ovvero dei pagatori ad alto rischio. Raggiungere il livello di 620 non è così difficile: oltre alle ipotesi di dichiarazione di bancarotta negli ultimi 5 anni e dell’insolvenza di un prestito negli ultimi 2, bastano anche due pagamenti in ritardo di almeno 30 giorni e subito la valutazione scende a Subprime.
I mutui Subprime sono dunque i prestiti erogati ai clienti rischiosi, i debitori appunto Subprime che per il punteggio inferiore a 620 o per mancanza di altre garanzie non possono accendere mutui al normale tasso di mercato. Si tratta di prestiti rischiosi, sia per le banche che li erogano sia per il cliente che li richiede: le prime vanno incontro alle elevate probabilità di insolvenza, mentre i secondi sono costretti a pagare tassi di interesse molto più alti di quelli praticati sui mutui Prime.
I mutui Subprime furono introdotti inizialmente dall’amministrazione Clinton in deroga alle normative prudenziali di vigilanza sulle banche, al fine di dare la possibilità anche a chi non poteva permettersi un mutuo di poter comprare una casa. Se in una fase iniziale l’obiettivo era quello di compensare la mancanza del social housing (ovvero il sistema delle case popolari, assente negli USA), successivamente il meccanismo è diventato pericoloso con l’eccesso della speculazione e del ricorso al debito non garantito.
Carte di credito Subprime
Negli ultimi anni la concessione del credito a clienti Subprime si è allargata dal settore dei mutui immobiliari a quello del consumo generale. Lo strumento utilizzato nella maggior parte dei casi è quello della carta di credito, alla quale si aggiungono i prestiti universitari e quelli per l’acquisto di automobili. Abbiamo assistito negli ultimi 10 anni ad un vero e proprio boom di questa pratica creditizia, molto simile a quanto accaduto per il settore immobiliare.
Inizialmente i tassi di interesse applicati a queste linee di credito erano anche del 30%, accompagnate da commissioni elevate e limiti di spesa; la concorrenza molto forte del settore finanziario ha tuttavia abbassato notevolmente gli interessi applicati, portandoli in alcuni casi sotto il 10%.