Quando sei intenzionato a versare una somma di denaro a un amico, a un parente oppure a una persona per il semplice fatto di aiutarla a pagare dei debiti o acquistare qualcosa, devi farlo seguendo delle precise modalità. Per quanto possa sembrare paradossale, prestare denaro a una persona in maniera casuale, può esporre a controlli finanziari di carattere fiscale e presupporre anche alcuni reati.
Il prestito infruttifero consiste nel rendere tracciabili e giustificati questo tipo di versamenti, con il fine di dimostrare all’Agenzia delle Entrate che stai prestando denaro senza alcuno scopo di lucro e nella totale legalità.
Il prestito infruttifero differisce dalle donazioni o regalie in quanto prevede la restituzione del denaro, la quale deve avvenire senza l’applicazione di alcun interesse. Inoltre, a differenza dei prestiti a interesse (fruttiferi), non prevede la periodicità delle rate, né alcun adempimento fiscale.
Cosa fare per avviare un prestito infruttifero
Premesso che si tratta di una serie di operazioni tutto sommato semplici, resta palese che la transazione non debba avvenire in contanti, in special modo se la destinazione d’uso è l’acquisto di un bene costoso o il pagamento di debiti o mutui. L’uso dei contanti è tuttavia ritenuto lecito per le somme che non superano i 3 mila euro.
Il prestito infruttifero necessita di una transazione tracciabile e deve possibilmente avvenire tramite bonifico bancario, specificando la causale all’atto del versamento. Utilizzare altri metodi, come per esempio l’assegno, non è consigliato, sempre per motivi legati alla tracciabilità dell’operazione. Un altra condizione necessaria per evitare fastidiosi accertamenti è la stesura di una scrittura privata, sulla quale devono essere indicati i soggetti interessati alla transazione con relativa documentazione (carta d’identità e codice fiscale come per tutti gli atti d’ufficio), la data, le modalità di versamento, le modalità di restituzione e l’eventuale termine ultimo per provvedere alla restituzione del denaro; è necessario che non vengano definite delle rate, in quanto in tal caso si tratterebbe di un mutuo. Devi inoltre chiarificare che si tratta di un prestito una tantum, quindi non ricorrente.
Per rendere l’operazione completamente sicura, dovresti provvedere all’invio della scrittura privata tramite una raccomandata RR, attendere la sottoscrizione di colui a cui presterai il denaro e la successiva ricezione del documento controfirmato. A questo punto potrai procedere con il bonifico, indicando come causale la dicitura ‘prestito infruttifero’.
Cosa può contestare l’Agenzia delle Entrate
Nel caso tu decida di prestare soldi a un amico e di farlo in autonomia senza seguire le regole predisposte per l’operazione, il rischio è quello di incorrere in accertamenti fiscali, che possono presuporre anche reati di una certa gravità.
Può davvero sembrare strano e assurdo, ma a causa di molti movimenti illeciti di denaro cosiddetto ‘sporco’, la legge non prevede più la stessa tolleranza di diversi anni fa e di fatto rischia di coinvolgere anche persone che intendono comportarsi in ben altro modo. Resta inteso che si tratta di accertamenti di verifica e che saranno successivamente approfonditi.
Premesso ciò, l’Agenzia delle Entrate può contestare quanto segue:
- violazione delle norme antiriclaggio;
- classificare il prestito come usurario;
- interpretare il prestito come fruttifero nel caso sulla causale non sia espressamente indicato il contrario.
Nei primi due casi parliamo di veri e propri reati per i quali è necessario rispondere penalmente. Nell’ultimo caso rischi una sanzione per non aver dichiarato i guadagni supposti dal prestito erogato.