30.000 euro sono una cifra di tutto rispetto sia per chi la dà che per chi la riceve. Quando si cerca un prestito di questo livello è importante valutare bene a chi rivolgersi poiché su una cifra importante, anche una piccola differenza di tasso può significare una durata o un importo di rata molto diversi. Qua di seguito trovi una panoramica sulle alternative che hai di fronte e quale può essere la migliore soluzione per te considerando garanzie, situazione personale e durata che si vuole affrontare.
Tipologie di finanziamento
Per ottenere 30.000 euro puoi scegliere tra diverse tipologie di prestito a seconda della tua situazione personale.
La modalità più classica è quella del finanziamento personale da rimborsare con prelievo dal conto corrente. Questo tipo di prestito lo puoi richiedere se sei dipendente, autonomo o pensionato e, normalmente arriva fino ad una durata di 84 mesi. Con questo tempo di ammortamento si arriva ad una rata che si aggira attorno ai 450 euro. Se sei dipendente o pensionato puoi considerare anche la cessione del quinto. L’importo è piuttosto elevato, pertanto si arriverà alla durata massima disponibile pari a 120 rate, ossia dieci anni. Se si è pensionati, questo vuol dire, comunque avere a disposizione una pensione piuttosto elevata, di almeno 1600 euro. In caso si fosse dipendenti pubblici o di alcune aziende private si può affiancare alla cessione del quinto una seconda trattenuta, arrivando così più agevolmente alla rata da restituire anche in caso di reddito più basso.
Una soluzione interessante che spesso non viene presa in considerazione è quella del mutuo. Al di là della finalità per cui chiedi il prestito, se disponi di un immobile libero da ipoteca con un valore di almeno 60.000 euro puoi arrivare ad ottenere la cifra desiderata. Se il denaro derivante dal finanziamento deve andare a coprire spese di ristrutturazione puoi pensare di richiedere un mutuo di ristrutturazione. Anche in questo caso gli istituti di credito in media permettono di ottenere la metà del valore dell’immobile.

Tassi di riferimento
Il tasso applicato da finanziarie e banche dipende dalla tipologia di prestito che sottoscrivi. Un prestito personale presenta un tasso tra il 6 e il 7% in media, dipende dagli istituti e dalle garanzie che si possono offrire. Anche in questo caso, infatti, è possibile prestare qualche garanzia aggiuntiva per far scendere il tasso come può essere un pegno su una polizza vita o la garanzia di fondi comuni di investimento. Se si opta per la cessione del quinto, il tasso dipende dal tipo di ente da cui si percepisce lo stipendio o la pensione. Se sei un pensionato o un dipendente pubblico, il tasso si aggira attorno al 5%, mente se sei un dipendente privato il tasso può arrivare a livelli superiori in relazione non tanto alla propria solvibilità quanto all’andamento dell’azienda stessa.
Se si ha un immobile da mettere a garanzia, il tasso si può ridurre arrivando attorno al 4% per un mutuo di liquidità e anche all’1,5% per un mutuo di ristrutturazione. Quando si confrontano i tassi di interesse è importante prestare attenzione a cosa comprendono. Infatti, possono essere escluse alcune spese come quelle di istruttoria (o di perizia in caso del mutuo) o di assicurazione. Quando si parla di TAEG sono comprese tutte le spese addebitate per il lavoro della banca, ma alcune come le spese di perizia possono essere escluse da questo conteggio. Se vuoi confrontare in modo semplice due finanziamenti puoi limitarti a verificare quale sia la rata inferiore a parità di importo erogato e di durata. Per importi o durate diverse, invece, il confronto dei tassi rimane il metodo migliore per farsi almeno un’idea.
Requisiti per ottenerlo
Al di là della tipologia e delle garanzie che si possono prestare, il requisito fondamentale per poter avere accesso ad un credito importante è un sufficiente livello di reddito che garantisca il rimborso della rata e la costanza dello stesso.
Così, il punto chiave per i pensionati è la loro età considerata in particolare a fine finanziamento, per i dipendenti è l’assunzione a tempo indeterminato, mentre per gli autonomi è la stabilità dei loro introiti. Allo stesso tempo, gli istituti di credito devono sistematizzare il lavoro e basarsi su parametri. Questi non sono tutti uguali ma non differiscono di molto. Così per i pensionati il limite massimo a fine prestito potrà essere attorno agli 80 anni. Per i dipendenti privati può essere necessaria una certa anzianità e un certo ammontare di TFR accantonato.
Per gli autonomi possono essere valutati come riferimento per il reddito le ultime due dichiarazioni anziché l’ultima. In ogni caso, sarà necessario possedere un introito mensile sufficiente affinché la rata possa stare in una certa percentuale, anche questa a discrezione dell’istituto ma che può variare dal 20% al 40%.
Come fare per ottenere i tassi più bassi
Per ottenere i tassi più bassi si devono prestare maggiori garanzie. Queste possono essere vincoli di strumenti finanziari sul dossier titoli della banca, l’ipoteca su un immobile o la presentazione di un garante. Ad ogni modo la richiesta di un finanziamento per non smobilizzare i propri investimenti anziché per una necessità di liquidità è sempre vista in modo più favorevole da banche e finanziarie.