Lasciare i propri risparmi sul conto corrente è una discutibile scelta finanziari, sempre. Se poi aggiungiamo che moltissimi esperti hanno previsto un imminente periodo di inflazione a causa della pandemia, educarsi su quali sono i modi per gestire e far fruttare i propri risparmi diventa ancora più importante. Che stiate muovendo i primi passi sui mercati finanziari o che abbiate già una discreta esperienza, il piano di accumulo è uno strumento che vale la pena conoscere e valutare. Vediamo quindi cos’è esattamente un piano di accumulo e che vantaggi presenta.
Cos’è un piano di accumulo
L’idea alla base di un piano di accumulo capitale, conosciuto anche con l’acronimo PAC, è investire la stessa cifra, con una frequenza fissa, per una durata definita. È perciò una strategia finanziaria che permette di costruire un portafoglio di valore nel lungo periodo procedendo però a piccoli step. Di volta in volta, grazie ai versamenti verranno acquistati strumenti finanziari diversi, a seconda dell’andamento del mercato.
Come funziona e com’è strutturato
Prima di iniziare un PAC esso va definito in tutti i suoi punti chiave: durata, importo da versare e periodicità del versamento. Tutti questi aspetti sono altamente personalizzabili e dipendono dalle esigenze, dal reddito e dalle spese dell’investitore. L’importo può partire anche da 50 euro e può essere corrisposto su base mensile, trimestrale, semestrale e via discorrendo.
L’obiettivo è quello di arrivare alla fine del periodo di durata programmato per il piano di accumulo con un valore cospicuo all’interno del proprio portafoglio . Per fare un esempio pratico si può decidere di investire 100 euro ogni mese per la durata di 6 anni. Al termine del piano di accumulo l’investitore si ritroverà un capitale complessivo di 7200 euro al quale andranno a sommarsi l’apprezzamento degli strumenti nei quali si è investito. Nei piani di accumulo attualmente offerti dalle società di gestione del risparmio si investe titoli in organismi di investimento collettivo del risparmio come fondi comuni o ETF.
Durata e costi
Come abbiamo visto la durata è un fattore determinante del PAC, essa è decisa in base agli obbiettivi dell’investitore, in ogni caso, l’ottica è quella di lungo periodo. Sebbene sia possibile ideare un PAC di un anno gli esperti consigliano di mirare ad orizzonti più lunghi, a partire dai 6/7 anni. La durata massima di un piano di accumulo capitale è di 40 anni.
Per quanto riguarda invece i costi dei PAC bisogna tenere in considerazione che questi sono servizi offerti da società che necessitano di un margine di guadagno: si incorre, perciò, in costi legati alla sottoscrizione e alla gestione del piano, nonché a costi fissi su ogni versamento. Inoltre, a seconda delle società ci possono essere costi all’uscita o può essere richiesto all’investitore di pagare in anticipo un’ingente somma del piano. Questo viene fatto per difendersi da eventuali abbandoni del PAC.

Vantaggi e rischi
Il PAC è uno dei modi più vantaggiosi di investire, per varie ragioni. La periodicità e la costanza che impone un piano di accumulo permette di gestire i propri risparmi in maniera strutturata senza necessariamente avere grandi esperienze e senza lasciarsi prendere dall’emotività. Molto spesso gli investitori tendono a cadere nella trappola dell’emotività e ritirare i propri investimenti nei periodi di ribasso. Inoltre, grazie alla rateizzazione l’investimento è accessibile a chiunque abbia un introito fisso, e un risparmio periodico, senza particolari soglie minime. E permette di avvicinarsi ai propri obbiettivi a piccoli passi.
Un altro vantaggio del PAC è di ovviare ad un timing errato nell’effettuare l’investimento, infatti, trattandosi di investimenti su periodi molto lunghi, gli acquisti vengono effettuati su molteplici condizioni di mercato, mitigando eventuali ribassi. In questo modo si elimina la componente stagionale. Per quanto riguarda invece i rischi, le situazioni problematiche si presentano negli ultimi anni di vita del PAC. Al momento dell’uscita dal mercato, infatti, ci si troverà con una notevole somma accumulata, totalmente in balia ai rischi di ribasso, e i veramenti finali influiranno poco sul risultato ottenuto.
Come scegliere un piano di accumulo
Per scegliere il piano di accumulo si possono valutare fattori quali: la propensione al rischio dell’investitore, la sua disponibilità finanziaria e l’età. Tendenzialmente i fondi obbligazionari sono meno rischiosi, ma hanno anche un rendimento più basso. I fondi bilanciati, rappresentano una via di mezzo tra rischio e guadano e i fondi azionari danno una più alta possibilità di guadagno in virtù di un rischio altrettanto alto. Certamente andranno valutati anche i costi e le condizioni contrattuali delle singole società.
Considerazioni finali
Non esiste il piano di accumulo perfetto, ma esiste quello che si avvicina maggiormente alle specifiche esigenze dell’investitore. Grazie al basso coinvolgimento emotivo richiesto, alla struttura ben delineata che impone al risparmiatore, e alla possibilità di essere personalizzato in base alle singole necessità è un ottimo strumento per raggiungere i propri obbiettivi di lungo termine quali la pensione, l’istruzione dei figli o l’acquisto di una casa.