Quota 100 sulla base di scelte politiche più ferree, volte a tutelare l’economia del paese, impone nuovi vincoli di accesso per la presentazione della domanda di pensione, tra cui una penalità del’1,5% per ogni anno di anticipo sulla pensione di vecchiaia.La riforma pensionistica prevista per il prossimo 2019 sotto la direzione del Governo Conti, nota al pubblico come quota 100, parte sulla scia di alcune modifiche al progetto originario.
Lo scopo della penalizzazione è duplice garantire un più facile accesso al nuovo sistema pensionistico e allo stesso tempo economizzare sui conti pubblici, che rischierebbero di collassare per colpa delle eccessive domande di pensione, si prevede, infatti, un risparmio di ben due miliardi di euro rispetto agli 8 miliardi di partenza.
Quali sono le principali novità
Due sono i principali requisiti richiesti per poter presentare la domanda di pensione, un primo richiede che tu abbia compiuto almeno 62 anni e maturato 36 anni di servizio anziché 38 da proposta originaria. Un secondo requisito prevede una penalità pari all’1,5 per cento, laddove tu non abbia ancora compiuto 67 anni e non sei titolare dei requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia. In tal caso il nuovo sistema pensionistico impone una penalità pari ad 1.5% per ogni anno di anticipo da commisurare al valore della pensione.
Al fine di non incidere sui costi pubblici si è pensato di introdurre delle probabili penalizzazioni. Innanzitutto, potresti essere soggetto ad una penalizzazione pari a 10-15% per i contributi versati dopo il 1995. In secondo luogo, laddove tu debba inoltrare domanda di pensione di vecchiaia potresti subire una penalità di 1-1,5%, nel caso tu non abbia raggiunto l’età minima degli anni 67, se non addirittura di mezzo punto per singolo anno di anticipo, se dovesse passare al vaglio la soluzione più drastica.
Cos’è la quota 100?
La quota 100 è incentrata su un mero calcolo matematico, occorre che al momento dell’inoltro della domanda la tua età anagrafica e gli anni di servizio maturati sommati diano il valore 100.
Tuttavia, quello che può sembrare un semplice calcolo, trova il suo limite nei vincoli imposti dal sistema, necessari per frazionare nel tempo l’accesso alle pensioni.
La nuova riforma pone come condizione imprescindibile per la presentazione della domanda un’età anagrafica non inferiore agli anni 62.
Qual’è il sistema pensionistico in vigore?
A tutt’oggi, il sistema pensionistico in vigore segue la normativa frutto della Riforma Fornero, in attesa che prenda vita il nuovo progetto di Legge avanzato dal reggente Governo M5S e Lega.
L’idea iniziale del giovane Governo è di garantire uno svecchiamento, favorendo l’introduzione nel mondo del lavoro delle giovani leve mediante un cambio intergenerazionale.
Pur mantenendo questa idea di fondo, ci si è resi conto, tuttavia, che bisognava porre dei vincoli all’accesso alle pensioni al fine di smaltire le domande e non dar vita ad un crollo finanziario, imponendo delle penalizzazioni.