La quota 100 proposta dalla Lega prevede che si possa andare in pensione a 62 anni con 38 anni di contributi. La quota 100 è fondamentale anche e soprattutto per i giovani e se approvata, insieme alla quota 41 (cioè la possibilità di andare in pensione con 41 anni e mezzo di contributi indipendentemente dall’età) farebbe uscire dal mondo del lavoro un gran numero di persone a tutto beneficio di un ricambio generazionale.
Ancora non è chiaro se la quota 100 possa partire dai 62 o dai 64 anni e se a coloro che andranno in pensione sarà applicato il calcolo contributivo con una riduzione del percepito del 10-15%, ma in ogni caso il processo è in atto e sarà portato da discutere al tavolo del Governo.
Le misure per favorire quota 100
E’ indubbio che occorreranno diverse manovre per permettere l’uscita anticipata dal lavoro e alcune di queste sembrano molto interessanti. Si pensa ad esempio ad un meccanismo che agevoli la copertura dei cosiddetti buchi contributivi, quegli anni cioè in cui i lavoratori con carriere impiegatizie discontinue non hanno lavorato e pertanto neanche versato contributi previdenziali.
I lavoratori potrebbero in questi casi versarsi autonomamente i contributi per raggiungere la fatidica quota 100, pratica che è già consentita ma solo per coloro che hanno cessato il loro rapporto lavorativo, con questa manovra in sostanza si estenderebbe questa concessione anche ai lavoratori con le stesse agevolazioni fiscali esistenti, ossia la deduzione dall’imponibile dell’importo versato. L’altra manovra è quella del condono contributivo per le imprese che hanno evaso i contributi assumendo in nero, in questo modo a quei lavoratori a cui mancano pochi anni a quota 100 e vengano condonati gli anni del lavoro in nero, potrebbero andare in pensione.