Fiducia sia al Senato che alla Camera nei giorni del 5 e 6 giugno 2018 per il governo giallo-verde presieduto da Giuseppe Conte, che basandosi, come discorso programmatico, sul Patto di Governo firmato tra Lega e Movimento 5 Stelle ha chiaramente annunciato le novità che il suo Esecutivo vorrà introdurre soprattutto in tema di welfare (cioè di interventi sociali).
In particolare, il tema del Reddito e delle Pensioni di cittadinanza è oggetto di un progetto di legge fortemente voluto dalla componente ‘maggioritaria’ del nuovo governo, quella basata sul Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio, che intende far approvare iniziative in questo senso nella Legislatura appena iniziata, in accordo all’attenzione al sociale promessa anche dal Presidente della Camera, il pentastellato Roberto Fico, come misure per contrastare la povertà.
Quale legge attuale permette di chiedere la Pensione di Cittadinanza?
É bene però precisare che nè il ‘Reddito’ e neppure la ‘Pensione’ di cittadinanza erano, al momento dell’insediamento del Governo – cioè ai primi di giugno 2018 – ancora fruibili e richiedibili, dovendosi impegnare il Bilancio dello Stato e dovendosi perciò trasformare questa ‘idea’ in una legge di Stato ben precisa sia sotto forma di Legge proposta da una Commissione, da un parlamentare e da un membro del Governo stesso (per cui si parte da un ‘Disegno di Legge’ che poi va approvato da Camera e Senato); di un Decreto Legge (cioè una legge temporanea che il Governo promulga, ma che deve essere poi approvata dal Parlamento secondo tempistiche e criteri ben precisi); oppure di un Decreto Legislativo, cioè di un ‘incarico’ a legiferare che il Parlamento dà al Governo stesso su una determinata materia, anch’esso regolato da criteri assai rigorosi.
In tutti questi casi la legge deve essere firmata dal Presidente della Repubblica (che, tra le altre cose, ne verifica la compatibilità con tutto il quadro normativo vigente, a partire dalla Costituzione, la fonte legislativa più alta) e sottoposta a controlli economici assai rigorosi dalla Corte dei Conti per verificare che abbia le coperture finanziarie opportune.
Nel caso delle ‘pensioni di cittadinanza‘ è stato previsto che la copertura necessaria sarà di 16 miliardi di euro, che il Governo intende trovare mediante aumento impositivo su banche, gioco d’azzardo, compagnie petrolifere e con tagli alla spesa pubblica e al finanziamento dei giornali, oltre che richiedendo l’applicazione del Provvedimento A8-0292/2017 del Parlamento Europeo che aveva promesso l’uso del 20% del Fondo Sociale Europeo al fine di istituire Reddito e Pensione di Cittadinanza nei Paesi dell’Europa (compresa quindi anche l’Italia).
Chi avrà diritto alla Pensione di Cittadinanza?
La Pensione di Cittadinanza sarà uno strumento di riduzione della povertà verso i pensionati più disagiati che percepiscono meno di 780€ netti al mese (1.170€ netti se si tratta di una coppia di pensionati, con ulteriori incrementi nel caso ci siano altri familiari a carico). La misura fa il paio con il Reddito di Cittadinanza, che è riservato invece a chi ha un reddito basso o addirittura inesistente ma non è in età pensionabile.
Non tutti però avranno diritto a ricevere questo beneficio finanziario, anche se si trovano, in termini reddituali, al di sotto della soglia di povertà stabilita dall’Istat: esso sarà invece riservato solo a coloro che, ISEE alla mano, non rientreranno in determinati parametri patrimoniali e reddituali. Ad esempio, anche se il pensionato non percepisce 780€ netti (cioè è sotto la soglia ISTAT), ma dispone di un rilevante patrimonio mobiliare e immobiliare, potrebbe non rientrare nei criteri di assegnazione della Pensione di Cittadinanza.
Se anche le entrate fossero, infatti, di soli 4-500€ al mese, nel caso di un pensionato (o di una coppia, visto che a fini ISEE vale poi l’intero quadro reddituale e patrimoniale della famiglia) proprietario di dieci case e con un conto in banca milionario ci troveremmo nella situazione in cui non è possibile richiedere questo intervento di welfare!
Il quadro normativo attuale
In ogni caso al momento attuale, non esistendo ancora alcun dettaglio nè sulla Legge e neppure sulle modalità e sulle tempistiche di attuazione, risulta decisamente prematuro cercare di capire i dettagli di questo nuovo e ancora ipotetico strumento normativo. Questa promessa infatti, pur essendo tra le priorità dichiarate del Governo Conte, dovrà in ogni caso seguire il normale iter legislativo (presentazione, decreto legge o delega al Governo per realizzare un decreto legislativo, eventuali emendamenti, approvazione, promulgazione e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale etc) di molti mesi prima di vedere la luce ed entrare in vigore.
Si presume perciò che il nuovo Governo si occuperà immediatamente della gestione corrente e di prendere via via contatto con i governi stranieri e con l’Unione Europea, anche per i numerosi impegni internazionali in calendario, rimandando a dopo l’interruzione estiva (che porta a un aumento delle emergenze come quella di gestire i flussi migratori…), cioè a non prima dell’autunno, la problematica di reddito e pensioni di cittadinanza.
Trattandosi poi di materia non estremamente urgente (come ad es. gli interventi per una calamità o un terremoto, per cui si ricorre tipicamente al Decreto Legge) o estremamente tecnica (es. il riordino del Testo Unico sull’Ambiente o sulle Imposte o una riforma sulla Giustizia etc, per cui si ricorre a volte ad un Decreto Legislativo), si presume comunque che la legge seguirà l’iter di presentazione ‘classico’, cercando un rigoroso adeguamento delle coperture economiche o che, come avviene ultimamente per la materia pensionistica, venga inserita semmai nella prossima Finanziaria.