Per patrimonio netto, noto anche come capitale proprio, si intende la differenza che intercorre tra le attività e le passività. In ambito aziendale, il patrimonio netto è la sommatoria delle risorse di cui l’impresa dispone come finanziamento interno. Come si calcola il patrimonio netto? L’operazione è semplicissima, dato che ti basta addizionare il capitale sociale con gli utili e sottrarre le perdite. Tocca alle riserve riportare al punto di equilibrio il bilancio.
Composizione del patrimonio netto, Sostanzialmente, alla base del patrimonio netto vi sono quattro elementi:
- il capitale sociale, definibile come l’insieme delle risorse che i soci fondatori hanno depositato in fase di costituzione dell’impresa;
- gli utili che si dividono a loro volta in dividendi, i quali vengono distribuiti agli azionisti, e in riserve, le quali non vengono distribuite, ma soltanto depositate per far fronte ad eventuali scenari inaspettati e imprevedibili;
- perdite, da colmare necessariamente o con le risorse a disposizione o in alternativa con le riserve. Va detto che le perdite possono registrarsi sia nel corso dell’esercizio corrente che in quelli precedenti.
Qual è la differenza che si registra fra il patrimonio netto e il capitale sociale? I due concetti sono strettamente connessi, ma ben distinti. Il patrimonio netto ingloba il capitale sociale che, a sua volta, è la base essenziale per la costituzione di un’azienda e della sua forma a livello giuridico, a prescindere da quelle che sono le sue reali dimensioni. Va poi evidenziato che il capitale sociale, oltre ad essere conditio sine qua non per la strutturazione di un’azienda e per il prosieguo del suo business. Tuttavia, a fronte di una diminuzione del valore iniziale del suo effettivo valore, tocca ai soci dell’impresa occuparsi di riportarlo allo stato iniziale, contribuendo all’immissione di nuovo capitale o facendo affidamento sulle riserve.
Infine, la differenza finale che c’è tra il patrimonio netto ed il capitale sociale risiede nel fatto che il primo è connesso all’effettiva evoluzione dell’azienda, mentre il secondo è tipicamente fisso.
Normative
In termini normativi, per capitale sociale si intende la sottoscrizione delle azioni al momento della costituzione della società, a fronte di S.p.A. Lo stesso discorso è valevole anche per le s.r.l. con le quote. Sotto questo punto di vista, il capitale sociale è sinonimo di garanzia nei confronti dei creditori.
Ai sensi di quanto indicato dal Codice Civile all’interno degli articoli 2254,2255 e 2343 e 2343-bis, il conferimento del capitale sociale deve essere effettuato in denaro, a meno di diversa disposizione. Sulla base di quanto sancito dal Codice Civile negli articolo 2439 e 2481-bis, prima che la società sia stipulata, è necessario il deposito del 25% del capitale sociale presso una banca. Per ciò che concerne le s.r.l. tocca all’organo amministrativo occuparsi in prima persona del 25% del versamento del capitale sociale.
Qual è il capitale minimo per la costituzione di una S.p.A.? Oggi ammonta a 50.000 euro (in passato, erano necessari 120.000 euro). E per una s.r.l.? 10.000 euro. Capitolo a parte lo merita la s.r.l. semplificata: in questo caso, il capitale sociale, da sottoscrivere e versare un toto al momento della costituzione di una società, è compreso fra 1 euro e 9.999 euro.
Conclusioni
Il patrimonio netto, inteso insieme alle passività, si trova come voce sempre a destra dello stato patrimoniale, andando a contrapporsi alle attività, situate sul lato sinistro. Il calcolo del patrimonio netto è da intendersi come la somma tra capitale sociali e utili meno le perdite. Il tutto naturalmente al netto della decurtazione sia dei debiti che dei costi. Il tutto, per ovvi motivi, sia nel breve che nel medio periodo.