Gli interventi legislativi discussi negli ultimi giorni stanno tendendo nella direzione di migliorare la professione degli amministratori di condominio. Per far ciò l’idea è quella di creare un nuovo Albo per questi soggetti, che può colmare alcune delle lacune giuridiche-regolamentari presenti per chi svolge questo tipo di professione.
Ogni condominio, ossia la comproprietà tra più soggetti delle unità immobiliari appartenenti ad un’area o ad un palazzo, deve possedere un soggetto che agisca a nome di tutti i condomini sia sotto il punto di vista esecutivo, sia sotto quello rappresentativo. Tale soggetto non è altro che l’amministratore di condominio. Esso viene nominato dai condomini, o in certi casi speciali dall’autorità giudiziaria od ancora dal precedente amministratore incaricato. Questa figura professionale è obbligatoria per legge nel caso in cui il condominio sia composto da otto o più compropietari. La sua attività, ad oggi, non è legata ad alcuna iscrizione ad albi o a collegi, non rientrando tra le professioni cosiddette ordinistiche, ma le cose stanno cambiando.
La tendenza legislativa: un nuovo Albo
Gli amministratori di condominio, per essere tali, dovevano fino ad oggi essere in possesso di alcuni requisiti, delineati ed indicati dall’art. 71-bis disp. att. c.c., senza però ulteriori obblighi. Questa disposizione del codice civile però è in certi punti perversa e manca di chiarezza, elementi che talvolta hanno consentito di accrescere il cosiddetto contenzioso condominiale. Proprio per questo motivo il sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone ha voluto sottolineare quale sia la linea del governo in questo ambito.
L’idea è quella di creare un Albo, al fine di tutelare questa figura professionale e allo stesso tempo di donare ad essa regole e compiti chiari e precisi. Le discussioni legislative stanno optando per creare una sorta di specializzazione per il conseguimento di questo titolo, in modo tale da incentivare la formazione di questi soggetti. Questo discorso è strettamente legato a quello dell’equa remunerazione applicabile nell’ambito del lavoro autonomo.
Ma cosa ne pensano gli amministratori di condominio
Il pensiero di chi già svolge questa professione è naturalmente suddiviso tra favorevoli e contrari alla predisposizione di un nuovo Albo che tuteli e regolarizzi il loro operato. La maggioranza di essi assicura che il sistema odierno sia valido, ma allo stesso tempo vede come necessaria la creazione di un Albo che sia sottoposto al controllo del Ministero. Secondo i dati statistici raccolti dall’Arco, inoltre, una buona porzione di amministratori di condominio vedrebbero di buon grado l’inclusione della loro classe professionale all’interno dell’Albo Unico delle Professioni Immobiliari, che comprendono già figure quali gli agenti immobiliari, i revisori contabili, gli amministratori in genere e i valutatori immobiliari.
Questa idea comporterebbe un risparmio nelle tempisitche burocratiche e legislative notevole, e una tutela praticamente immediata per questi soggetti. Molti temono infine che le nuovi disposizioni legislative possano in qualche modo subordinare la figura dell’amministratore di condominio a determinati corsi specialistici che limiterebbe di tanto la possibilità di poter divenire in futuro amministratori di condominio e dunque svolgere questa attività professionale.