Il Mose (Modulo Sperimentale Elettromeccanico) quando fu pensato negli anni ’80 venne descritto come l’opera più innovativa e visionaria al mondo: impedire al mare di inondare Venezia con l’utilizzo di 78 paratoie flettenti, allocate nei tre ingressi di porto.
I lavori dell’opera sono partiti nel 2003 e sono stati completati al 93%, per un costo complessivo stimato intorno ai 5.5 miliardi di euro, mancherebbe mezzo miliardo per ultimarli, se non fossero bloccati dalle indagini giudiziarie successive ad alcuni scandali corruttivi.
Come funziona
Il progetto è del 1985, prevede un complesso insieme di paratoie mobili che devono impedire l’ingresso in laguna delle mareggiate, utilizzando il principio di Archimede: con l’arrivo dell’alta marea le paratoie si sollevano impedendo il passaggio dell’acqua, immettendo aria nel sistema, le paratoie dovrebbero abbassarsi. Il condizionale è d’obbiglio perché dopo quasi 35 anni il meccanismo non ha mai funzionato nel suo complesso, in una prova di collaudo si è notato che alcune paratie si sono sollevate e non sono più scese nei loro alloggiamenti subacquei perché negli anni i sedimenti di sabbia avevano riempito gli alloggiamenti.
Il consorzio fu costretto a indire una gara per la manutenzione straordinaria per 100 milioni di euro. Il complesso sistema di paratoie mobili sono inserite in alloggiamenti sul fondale “a pioggia” (con un profilo in diagonale e orientate a sud). Sono state progettate per fermare mareggiate alte fino a 1,50mt (ben al disotto del 1,87 di questi giorni e della mareggiata del 1966 che toccò quasi due metri).
Stato dei lavori
I lavori sono fermi per le note inchieste giudiziarie che hanno coinvolto tutto il consorzio del cantiere del Mose, l’opera è completata al 93% e servirebbero 500 milioni per ultimarla. In queste ore è stato nominato il nuovo commissario dell’ente con l’intento di ultimarne l’iter. Il corretto andamento dai lavori oltre che dalle solite lungaggini italiane è stato frenato da una serie di scandali che l’hanno irrimediabilmente ostacolato ed rallentato. Non sono mancati gli incidenti progettuali e realizzativi.
La criticità del progetto è evidente per l’elemento ambientale in cui opera. L’acqua marina ha una impressionate capacità corrosiva e a Venezia il problema si complica per le correnti di Bora che arrivano a 150 km all’ora. L’acqua è un agente atmosferico capace di corrodere, arrugginire e alterare qualsiasi metallo, danneggia le cerniere che muovono le paratie, ossida i pistoni meccanici che muovono le porte, ecco perché la manutenzione è una parte vitale per funzionamento del Mose.

In fase progettuale, pare, non siano stati correttamente stimati i costi della ordinaria manutenzione che si aggirerebbero intorno ai 100 milioni di euro, mentre il dossier di progetto parlava solo di 20 milioni annui.
Perché non ha funzionato negli ultimi giorni
Il Mose non è operativo, i lavori sono completati solo in parte e la capacità di funzionamento è sconosciuta, vi sono solo le indicazioni progettuali e simulazioni di laboratorio. Le critiche sul funzionamento del Mose sono tante, alcuni sostengono che con il vento di Bora superiore a 100 km orari il sistema può andare in crisi e a pieno regime non riuscirebbe a impedire all’acqua di entrare in Piazza San Marco. Il problema sarebbe progettuale: il Mose fu pensato per mareggiate alte fino a 1,50 mt, al disotto delle punte di 1,87 mt, potrà difendere solo la laguna e anche lì si attiverebbero problemi legati all’alimentazione della biodiversità dell’area.
Nonostante gli ingenti investimenti, potrà solo limitare l’afflusso di acqua in città, ma non fermare le alte mareggiate e preservare l’antropico museo a cielo aperto di Venezia. Il Mose che non è operativo, ha già avuto incidenti di percorso: nel 2000 una paratia collocata davanti alla porta d’ingresso dei battelli si è rotta durante una prova, ora deve essere sostituita.
Durante una ispezione si è notato che i cardini di chiusura dell’impianto di sollevamento sono arrugginiti e le paratie che si sollevano quando il Mose è chiuso, non si riabbassano per tutti i detriti che si sono depositati negli alloggiamenti del sistema. Speriamo non abbia ragione la satira che causticamente ha chiosato: “il Mose funzionerà solo con l’accento”.