Mini Flat Tax: cos’è e le novità per Imprese e Partite IVA

È stata il leit motiv di tutta la campagna elettorale del Ministro Salvini e della sua Lega ed oggi inizia finalmente a vedere la luce: la Mini Flat Tax è la proposta di legge presentata negli scorsi giorni per l’inizio dell’iter di discussione parlamentare.

Rispetto alle attese iniziali, particolarmente ambiziose e galvanizzate dagli accenti propagandistici della scorsa campagna elettorale, la manovra non impatterà su tutte le aziende italiane ma solo su una parte; si tratta in ogni caso di un passo avanti importante nel rilancio della nostra economia e delle nostre piccole e medie imprese. Scopriamone tutte le caratteristiche nel dettaglio.

I capisaldi della nuova proposta di legge sulla Mini Flat Tax

Il taglio dell’aliquota al 15% si applicherà alle imprese con un fatturato fino a 100mila euro, mentre resteranno fuori tutte le altre. È prevista inoltre un’estensione per i professionisti e gli artigiani in regime di contabilità semplificata e con un fatturato annuo massimo di 50mila euro.

Alle start up avviate da imprenditori che abbiano meno di 35 anni viene garantita un’aliquota iniziale fissata al 5% annuo, per quattro anni, lo stesso trattamento è riservato agli imprenditori che inizino una attività ed abbiano più di 55 anni. Le stime prevedono un costo della manovra di circa 3,5 miliardi di euro e un impatto su circa 550mila realtà imprenditoriali sparse sul territorio.

Il primo firmatario di questa proposta di legge è il leghista Molinari, ma per le sue caratteristiche di ridistribuzione della ricchezza e per l’ambiziosa operazione di riequilibrio dell’economia interna, il testo della legge è diventato a pieno titolo un testo approvato da tutta la maggioranza di Governo, che fa squadra attorno al provvedimento. Dal Movimento 5 Stelle si è affiancato il parlamentare Francesco D’Uva a dare man forte alla legge anche dall’altra ala di governo.

Mini Flat Tax

Mini Flat Tax

Riccardo Molinari, intervistato da Repubblica Economia, dichiara che il provvedimento in questione non è soltanto il primo passo verso una flat tax vera e propria, che coinvolga anche gli attori più grandi della nostra economia, ma introduce una serie di innovazioni, come l’eliminazione dello spesometro e della fatturazione elettronica obbligatoria per le piccole aziende che soddisfino specifici requisiti – ovvero, non abbiano sostenuto spese nel corso dell’esercizio superiori a 15mila euro e non posseggano macchinari per valori superiori a 40mila -.

Il regime forfettario della Mini Flat Tax permetterà a molti piccoli imprenditori di beneficiare anche di una serie di agevolazioni rispetto all’assoggettamento agli studi di settore oppure ai tanto odiati indicatori sintetici di affidabilità. Le coperture per la manovra, secondo le ultime dichiarazioni del primo firmatario, saranno da ottenere attraverso un risparmio dell’1% su tutte le spese concorrenti al Bilancio statale, eccezion fatta per le spese relative alle missioni, alle politiche sociali e per la famiglia, oltreché per il lavoro.

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