Definizione di Mark to Market
L’espressione Mark to Market significa letteralmente ‘Valutare secondo il mercato‘. Infatti, questa dicitura è usata per indicare un metodo di valutazione che aggiusta in modo sistematico il valore di un contratto o di uno strumento finanziario in relazione ai prezzi di mercato correnti. Questo processo di valutazione si basa sulla distinzione fra costo storico o di acquisizione, costo corrente (ovvero l’aggiornamento del costo storico mediante un indice dei prezzi) e prezzo di mercato.
Il principio del Mark to Market è impiegato per stabilire il valore reale dei bilanci e stimare le attività e passività finanziarie, soprattutto nei mercati delle opzioni e dei futures. Però, questo strumento può rivelarsi scomodo, ad esempio se il prezzo di mercato dei titoli diventa illiquido e i prezzi si riducono a tal punto da creare notevoli minusvalenze, le quali erodono capitale e profitti, come è successo durante la Crisi del Subprime. In ogni caso, le valutazione lasciano comunque un minimo margine di libertà nell’adozione di prezzi differenti.
Funzionamento del Mark to Market
In pratica, la procedura di Mark to Market consiste nel calcolo quotidiano dei profitti e delle perdite legate alle posizioni in derivati aperte dagli operatori. In base a questo processo, la Clearing House (organismo conosciuto anche come Camera di Compensazione) esegue una compensazione fra perdite e profitti associati al conto di ciascun partecipante, procedendo al relativo versamento dei margini. In altre parole, alla parte che ha subito una perdita viene addebitata tale somma sul conto aperto presso la Clearing House, la quale procederà ad accreditarla automaticamente sul conto della controparte che ha ottenuto un profitto.
Nel caso in cui, in seguito alle perdite, l’ammontare scenda sotto il limite di mantenimento, la Clearing House procederà con la richiesta di reintegro del margine. Tutti i profitti e le perdite sono solo potenziali, e quindi soggetti alla variazione delle quotazioni, fino alla scadenza del contratto e alla loro liquidazione, a meno di una chiusura anticipata della posizione da parte dell’operatore.
Esempio di Mark to Market
Per fare un esempio concreto di Mark to Market, assumiamo che un investitore acquisti dei futures su indice azionario al prezzo di 35.000 punti indice. La dimensione del contratto corrisponde al prezzo dei futures moltiplicato per il moltiplicatore del contratto, stabilito a 5 euro, ovvero 35.000 x 5 = 175.000 euro. Il margine iniziale versato dall’investitore alla Clearing House è del 7,5%, cioè 13.125 euro.
Se il giorno successivo l’indice azionario scende a 34.800, il valore dei futures cala a 174.000 euro, e di conseguenza l’investitore perde 1.000 euro e il suo margine scende a 12.125 euro. L’importo che dovrà versare alla Clearing House è così pari a 174.000 x 7,5% – 12.125 = 925 euro.