L’invoice trading è un fenomeno sempre più noto agli esperti e operatori del settore e sta conoscendo un’espansione notevole. Tra il 2017 ed il 2016 ci sono già state differenze abissali, con un aumento pari a circa 8 volte nel 2017 le transazioni avvenute nel 2016. Una crescita importante anche se poco nota al grande pubblico, anche perché porta con sé dei vantaggi non immediatamente comprensibili ma sicuramente interessanti.
Prima di approfondire il tema e analizzarne i vantaggi, definiamo l’invoice trading: è la compravendita di fatture tra aziende ed investitori. Quindi se la tua azienda presenta fatture da incassare a trenta o sessanta giorni per esempio, può ricorrere a questo metodo per monetizzare subito i propri crediti.
Come funziona?
Definiamo innanzitutto come funziona questo sistema, non molto noto, anche se destinato ad esserlo. La compravendita di fatture avviene per un motivo semplice: monetizzare subito una fattura con scadenza futura al miglior prezzo possibile. Chi compra una fattura quindi lo fa per guadagnare, mentre chi la vende lo fa per incassare subito ciò che come detto incasserebbe successivamente. A mettere in comunicazione domanda ed offerta esistono diversi portali, anch’essi in espansione, che offrono anche delle garanzie.
Garanzie legate sia al venditore che al compratore, dato che in entrambi i casi bisogna rispondere a certe caratteristiche (per esempio che l’azienda esista da un certo numero di anni o che il fatturato sia oltre un minimo stabilito e questo rende certamente più sicura la transazione, anche se ovviamente i portali che fanno da tramite incassano una piccola percentuale (ed in alcuni casi un pagamento iniziale prestabilito. Il vantaggio già detto tra le righe che vuole essere sottolineato è che la fattura può essere venduta al miglior prezzo possibile: infatti non c’è da tramite una banca che sconta la fattura ad un certo prezzo, ma ci sono dei potenziali acquirenti che se la contendono e alzano il prezzo d’acquisto (visto che la modalità è ad asta), in cui solo chi fa l’offerta più alta se la aggiudica.
Quali sono i portali?
I portali al momento utilizzabili sono come suddetto cinque, con caratteristiche generali comuni ed alcune differenze specifiche, anche alla luce del fatto che alcuni sono appena nati. Il primo su tutti è Workinvoice, nato prima di tutti ed abituato a lavorare con operatori esteri ed italiani istituzionali, dunque riconosciuti ed affidabili. Questo portale richiede un primo pagamento una tantum di 450 euro ed una commissione variabile per ogni transazione (in base alla scadenza, visto che una a 90 giorni costa di più di una a trenta), aggiudicata con modalità ad asta e con la prospettiva di cartolarizzare le fatture presentate.
Un portale più giovane è Crowdcity, che richiede solo un pagamento iniziale una tantum e redige un albo dei soci mediatori creditizi, oltre a fornire una cifra consigliata per ogni fattura in vendita. Il prezzo effettivo di vendita è comunque determinato nell’asta tra i potenziali compratori, mentre invece il prezzo minimo (cioè la base d’asta) è determinata dal venditore. Credimi spa, invece, esiste da più tempo ma opera in questo ambito da relativamente poco, non richiede una commissione per le transazioni ed opera in maniera un po’ diversa. Infatti è Credimi stessa ad anticipare i soldi in caso di accettazione di una proposta d’acquisto, salvo poi cederla in modalità pro-solvendo, all’azienda che se l’è aggiudicata.
Per questo portale è necessario avere un fatturato minimo di 500.000 euro. Cashme invece richiede un fatturato minimo della società per azioni pari al triplo del portale precedente e richiede un pagamento iniziale di 400 euro, da versare dopo aver effettuato la prima cessione. La modalità è ancora ad asta, proprio come Cashinvoice, appena nata in questo campo. Cashinvoice è una prospettiva interessante ma non è ancora possibile analizzarne l’operato, dato che è ancora in forma di startup. Vedremo quale servizio riuscirà a fornire ed a quale prezzo.
Qual è la prospettiva?
Nonostante la crescita in corso la prospettiva è sicuramente di un ulteriore allargamento di questo mercato, davvero migliore dal punto di vista di comodità e remunerazione rispetto al ricorso alle banche. Vedremo gli sviluppi e scopriremo quanto le PMI, grande beneficiarie di questo sistema, si affideranno a questi intermediari.