Il Decreto Rilancio rende più “light” la pressione fiscale sulle imprese per il mese di giugno, con un alleggerimento che – nelle intenzioni del governo – dovrebbe rendere più agevole poter procedere con la fase di riavvio graduale delle attività economiche.
Certo, l’impressione è che si tratti di una mano d’aiuto che non potrà che essere solo parzialmente di concreto supporto (i problemi, d’altronde, sono ben altri e più strutturali). Tuttavia, non sfugge che quanto in arrivo nelle prossime settimane sarà un mese di giugno “storico” per l’assenza di alcune delle scadenze più sgradite alle imprese italiane.
Irap
Cominciamo dall’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive. Si tratta di una scadenza che avrebbe dovuto generare un pagamento il 16 giugno, e che invece permetterà alle imprese di poter evitare il versamento del saldo e dell’acconto. La buona novella è che non si tratta di un semplice rinvio o di una sospensione, ma di una vera e propria cancellazione.
L’obiettivo dovrebbe pertanto essere quello di incrementare la liquidità in capo alle piccole e medie imprese italiane, che potranno risparmiare il saldo 2019 e l’acconto 2020 Irap, cercando di destinare le risorse così recuperate per altre spese. Una decisione che, di fatti, nella relazione illustrativa viene spiegata proprio in virtù della situazione di crisi che è connessa alla pandemia da Covid-19, e che riguarda:
- Imprese con volume di ricavi non superiore a 250 milioni di euro;
- lavoratori autonomi con tale corrispondente volume di compensi.
Per costoro, il mese di giugno non porterà dunque in dote né il versamento dell’Irap dovuta per il 2019, né l’acconto del 40% sull’Irap 2020. Rimane invece fermo l’obbligo del versamento degli acconti per il periodo di imposta 2019.
Usufruire di tale beneficio fiscale è semplice: il contribuente non dovrà infatti fare nulla, e “ignorare” in questo modo il pagamento del 16 giugno 2020.
Imu
Un modello per certi versi simile è stato poi introdotto per l’Imu per quanto attiene il settore turistico.
Il 16 giugno si sarebbe dovuto tenere il pagamento dell’imposta municipale propria che, però, alcune imprese potranno evitare di corrispondere. Si tratta, in particolar modo, di:
- immobili adibiti a stabilimenti balneari marittimi, lacuali e fluviali, oltre a immobili degli stabilimenti termali;
- immobili che rientrano nella categoria catastale D/2 (alberghi, pensioni);
- immobili degli agriturismi, dei villaggi turistici, degli ostelli della gioventù e dei campeggi, se i relativi proprietari siano anche gestori delle attività che vengono qui esercitate.
Anche in questo caso si può beneficiare di tale “esenzione” in modo molto semplice, visto e considerato che per poter godere dell’azzeramento sarà sufficiente non effettuare alcun pagamento in vista del 16 giugno.
Tosap
Un’altra misura a sostegno del settore turistico, uno dei più colpiti da questa grave crisi economica, è quanto introdotto dal Decreto Rilancio sull’esenzione del pagamento della Tosap e del Cosap.
A beneficiarne sono le imprese di pubblico esercizio ex art. 5 l. 287/1997, ovvero:
- ristoranti,
- trattorie,
- tavole calde,
- pizzerie,
- birrerie,
- bar,
- caffè,
- gelaterie,
- pasticcerie,
- sale da ballo,
- sale da gioco,
- locali notturni,
- stabilimenti balneari
che siano titolari di concessioni o di autorizzazioni di suolo pubblico, dal 1 maggio al 31 ottobre 2020.
Ricordiamo in tale occasione che la Tosap è una tassa di occupazione di spazi e aree pubbliche, e che viene applicato dagli enti locali per le occupazioni di beni del demanio e del patrimonio indisponibile dei Comuni e delle province. Si pensi a strade, piazze e parchi. Il Cosap è invece in canone per l’occupazione degli spazi e di aree pubbliche, che in alcuni comuni è applicata in luogo della Tosap.
Per poter beneficiare dell’esenzione, i contribuenti non devono far niente. Si dovranno dunque limitare a saltare le date di pagamento previste che, in questa specifica ipotesi, sono relative al periodo fino al 31 ottobre 2020.