È la città di Torino a dare i natali a Guido Tabellini che vi nasce nel 1956, il 26 gennaio. La sua passione per l’economia si manifesta già in giovane età tanto che nel 1980 si laurea proprio in economia e commercio presso l’Università di Torino. Per specializzarsi sceglie di volare negli Stati Uniti dove nel 1984 consegue il dottorato in materie economiche presso la University of California di Los Angeles. Pur essendo sempre molto legato all’Italia, muove i suoi primi passi professionali proprio in America in quanto diventa professore associato presso l’Università di Stanford.
Nei primi anni del Novanta, poi, torna in Italia e inizia ad insegnare prima economia politica presso l’università di Cagliari e poi la stessa materia presso quello di Brescia. È del 1994, però, il suo salto di qualità quando approda alla prestigiosa università privata Luigi Bocconi, prima come professore e qualche anno più tardi come rettore. Conserverà questa carica fino al 2012 per poi passare ad un’esperienza dirigenziale presso l’IGIER istituto di ricerca. Nella sua carriera professionale è stato anche membro del Consiglio di Amministrazione del CIR, della Fiat e della Fondazione Enrico Mattei. Infine il suo nome è inserito nell’elenco dei 35 saggi incaricati di scrivere le riforme costituzionali.
Tabellini, quindi, subentra all’ipotesi Savona che era destinato a diventare il ministro dell’economia all’interno del Governo che doveva nascere dall’alleanza fra Salvini e Di Maio. Ma Savona era un’ipotesi non gradita al Presidente della Repubblica Mattarella in quanto troppo anti-europeista. Che tipo di ministro dell’economia si candida invece ad essere Guido Tabellini? Non fa mistero del suo essere aperto ad uno sguardo globale sul mondo. In un’intervista del 2014 espose la sua ricetta per consentire all’Italia di uscire dalla crisi. Secondo Tabellini, infatti, il nostro Paese avrebbe dovuto recuperare competitività puntando soprattutto sulla crescita dell’export.
Per riuscire in quest’impresa proponeva una svalutazione fiscale con la riduzione del cuneo per le imprese nonché una diminuzione e un accorpamento delle aliquote iva. Nella sua ricetta anche la flessibilità in uscita nel mercato del lavoro ma esclusivamente per i neo assunti nonché una maggiore retribuzione dei dipendenti in quanto costituiscono il principale mercato di consumo per ogni tipo di bene. Tutti questi passi in direzione sicuramente di un abbassamento del costo del lavoro, la vera zavorra secondo Tabellini che impedisce alle imprese italiane di decollare per quanto riguarda la produttività delle imprese.
La scelta è ricaduta su Tabellini come ministro dell’economia anche per la sua opposizione totale alle idee più difficilmente finanziabili avanzate da Di Maio e Salvini come la flat tax oppure il reddito di cittadinanza. L’economista ritiene che queste siano scorciatoie semplici ma assolutamente non efficaci come lo possono essere, invece, i provvedimenti più duri e impopolari ma risolutivi soprattutto di un debito pubblico ormai alle stelle.
Le competenze di Guido Tabellini sono comunque note e riconosciute da tutti, tant’è che il suo nome fu fatto anche all’epoca del Governo Renzi e c’è chi giura che sia stato un nome preso in considerazione anche dall’esecutivo mai nato a guida Salvini-Di Maio ma per un dicastero diverso rispetto a quello dell’economia. Contattato da numerosi giornalisti, né Tabellini né Cottarelli hanno voluto ammettere nulla perché si aspetta l’ufficialità della squadra di Governo. Lascia perplessi, però, un’affermazione di Tabellini risalente al 2014 e ovviamente oggi di nuovo alla ribalta della cronaca. Interrogato sulla possibilità di una nuova crisi economica, pavento la possibilità di accompagnare l’Italia fuori dall’euro ma solo come estrema soluzione alternativa ad un’impossibile ristrutturazione del debito pubblico. Non resta che attendere i futuri cambi di scenario.