Negli ultimi anni la guerra commerciale tra Usa-Cina ha provocato una serie di conseguenze su scala globale, trasformando il mercato e rendendo sempre più aspro il rapporto tra le due potenze mondiali. All’inizio dell’Amministrazione Trump, il presidente americano ha reso nota la volontà di riportare gli Stati Uniti sul podio delle potenze economiche mondiali. Un desiderio lecito, visto che l’America ha visto il suo primato ridursi dal 40% al 10% in soli 60 anni. Una decrescita, quella del paese, che è stata maggiormente enfatizzata dall’incremento produttivo di paesi come India, Giappone e, ovviamente, la Cina.
Usa-Cina: una guerra a colpi di Dazi
Lo scontro economico tra le due superpotenze è sfociato in una vera e propria guerra commerciale, iniziata definitivamente con la decisione del presidente Donald Trump di applicare delle sanzioni monetarie ai prodotti importati dalla Cina per un valore di circa 60 miliardi.
Lo scorso 2 marzo egli ha infatti espresso pubblicamente la sua opinione attraverso un il suo profilo Twetter: “Una guerra giusta e facile da vincere”, avrebbe detto il presidente americano, il cui primario obiettivo resta sempre e comunque ridurre il deficit americano attraverso la manipolazione dei costi d’importanzione. Una scelta che spaventa, a causa delle sue potenziali conseguenze, sia i principali soggetti economici mondiali che i leader economici degli stessi Stati Uniti.
Cosa comporta attualmente lo scontro USA-Cina?
L’inizio della presidenza di Trump ha sancito l’inizio della fine dei rapporti tra Usa e Cina, comportando un inasprimento dei termini di accordo e ponendo entrambe le potenze a voler giocare un gioco più grande di loro. Sebbene gli Stati Uniti risultino estremamente decisi a voler limitare il surplus economico cinese, anche la nazione guidata dal presidente Xi Jinping ha mosso i suoi primi passi alla ricerca di altri partner internazionali il cui potere registrato è in costante crescita.
La maggiore speranza dei mercati internazionali sembra risiedere in una potenziale risoluzione fra gli interessi dei due paesi; tuttavia, entrambe le parti sembrano decise a mantenere la stessa identica posizione in attesa che l’avversario faccia un passo indietro. In questo contesto la Cina, il cui PIL è aumentato vertiginosamente nell’ultimo decennio, non gode ancora di una posizione abbastanza stabile per garantire una costante crescita economica al suo paese. Tuttavia, egli si annuncia pronto a contraccambiare e a conservare la propria posizione di autorità anche dinanzi a future minacce doganali.
Le conseguenze di una lunga Guerra Commerciale
Le conseguenze derivanti dalle scelte protezionistiche del paese americano potrebbero in poco tempo arrestare anche quel piccolo spiraglio di crescita che durante il governo precedente venne prospettato. Il timore dei maggiori azionisti e dei principali soggetti finanziari americani è infatti proprio quello di chiudersi al mercato in un momento in cui le politiche liberiste hanno prodotto ottimi risultati. Non c’è da meravigliarsi che più della metà del paese sia in disaccordo con l’idea di Trump, che tuttavia afferma di parlare in nome del popolo americano.
Di conseguenza, la Cina ha già iniziato a cercare nuovi potenziali partner economici in grado di sostituire in tutto il ruolo occupato dagli Stati Uniti e non è possibile prevedere quali potrebbero essere le prossime mosse a livello internazionale. Nel frattempo, ognuno dei due sembra avere l’intenzione di applicare dazi sempre più alti per ridurre l’influenza reciproca all’interno del paese. Una relazione che, speriamo, possa concludersi con un definitivo accordo pacifico in grado di equilibrare il flusso economico derivante dalle importazioni.