Fondi di Previdenza Complementare: Cosa Sono, Tipologie e Come Funzionano

Dalle continue riforme pensionistiche che si sono susseguite nell’ultimo decennio appare ormai chiaro a tutti i lavoratori italiani come la certezza di una pensione consistente ottenibile ad un’età adeguata rappresenti ormai da tempo solamente un miraggio. Davanti a questa evidenza sempre più persone scelgono sin dai primi anni di lavoro di rivolgersi a fondi di previdenza complementare per assicurarsi la certezza futura di una buona pensione integrativa.

Non sempre però risulta facile orientarsi tra Piani Individuali Pensionistici e Fondi Pensione, e può sorgere la legittima preoccupazione di affidare il proprio denaro a società speculative che fallendo potrebbero perderlo mandando a monte i sacrifici di una vita. Per fare chiarezza, in questo articolo andremo a confrontare le due principali tipologie di previdenza complementare, analizzandone accuratamente vantaggi e rischi.

PIP e Fondi Pensione: cosa sono e come orientarsi nella scelta

Giocare d’anticipo rispetto all’entità imprevedibile della futura pensione INPS è fondamentale se si vuole avere la certezza di poter contare su una buona rendita da anziani. Investire in Piani Individuali Pensionistici e Fondi Pensione è l’unico modo per ottenere tale garanzia, analizziamo dunque le caratteristiche di queste due soluzioni che presentano sostanziali differenze.

  • Piani Individuali Pensionistici (PIP): sono in un certo senso assimilabili ad assicurazioni sulla vita a cui viene periodicamente versata una quota del fondo TFR (Trattamento di Fine Rapporto). Trasferire tali quote alla compagnia assicurativa invece di mantenerle sul luogo di lavoro consentirà di ottenere una volta raggiunta l’età del pensionamento una rendita vitalizia proporzionata all’ammontare complessivo e alla durata dei versamenti. Sarà possibile individuare il profilo di rischio che meglio si adatta alle proprie esigenze, indicando alla società se impegnare il denaro in obbligazioni e titoli di stato o se investirlo in borsa su asset azionari. L’importo dei versamenti potrà essere variabile nel tempo, modulato cioè sulla base delle esigenze di liquidità relative a ciascun periodo della propria vita.
  • Fondi Pensione: si suddividono in aperti (a cui tutti possono accedere, anche se momentaneamente disoccupati) e chiusi (ovvero riservati a determinati ordini professionali, ad esempio dirigenti industriali). Sul fondo pensione vengono versati a discrezione del lavoratore una parte dello stipendio e/o del TFR, affidandone la gestione alla società finanziaria che si occuperà di farli fruttare tramite investimenti sui mercati. Anche in questo caso il capitale maturato al momento del pensionamento andrà a costituire la quota di previdenza integrativa, riscattabile parzialmente in una soluzione unica (in stile liquidazione) e per la parte rimanente sotto forma di rendita vitalizia. I fondi pensione non hanno l’obbligo di essere a capitale garantito, motivo per cui possono in particolari circostanze dichiarare bancarotta senza obblighi verso i risparmiatori.

Previdenza complementare: a conti fatti conviene?

A fronte dell’evidente beneficio di assicurarsi una condizione di sicurezza economica per la vecchiaia, la scelta di maturare negli anni una pensione integrativa presenta anche rischi e svantaggi che non andrebbero trascurati. Non sempre è consentito accedere in caso di emergenze impreviste al denaro depositato ed eventuali restituzioni avvengono con procedure lunghe e dietro il pagamento di ingenti penali. In queste situazioni fanno eccezione solamente la perdita del lavoro e il sopraggiungere di condizioni di invalidità. A questo si aggiunge il rischio che il fallimento della società che aveva i gestione il fondo possa far perdere in modo irreversibile quanto accantonato.

Le buste arancioni recentemente recapitate alla maggior parte dei lavoratori italiani parlano chiaro: le pensioni INPS, specialmente per le nuove generazioni, saranno sempre più ridotte. A fronte di ciò, vale la pena privarsi di notevoli quantità di denaro per riottenerle quando, ormai vecchi, potrebbe risultare difficile goderne appieno? Per molte persone la risposta è sì, tuttavia la previdenza integrativa rimane una scelta fortemente individuale, legata alla propensione al rischio e ai progetti di vita di ciascuno di noi.

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