La Commissione Europea da pochi giorni ha eliminato le misure anti-dumping relative all’importazione e all’utilizzo di pannelli fotovoltaici cinesi. Queste misure erano state introdotte nel 2013 sia per tutelare le imprese europee sia per evitare di utilizzare prodotti non rispondenti alle normative comunitarie in termini di sicurezza. Scopriamo insieme cosa comporta l’eliminazione di questi dazi e cosa può cambiare nel mercato del fotovoltaico.
A più riprese la Commissione Europea era stata chiamata in causa e a rivedere la decisione sui dazi. In effetti, nel corso di pochi anni, le esigenze di tutela del mercato, le nuove necessità di produttori e dei vari attori presenti sul mercato, come ad esempio gli installatori. Tutto ciò ha fatto sì che la Commissione giungesse alla conclusione che il tempo era ormai maturo per non rinnovare i dazi e farli scadere.
Sul tema si è sviluppato un lungo e articolato dibattito al fine di mettere sul piatto della bilancia le diverse esigenze. Queste sono riconducibili a:
- una maggiore necessità di diffusione delle energie rinnovabili in Europa;
- una discesa dei prezzi dei pannelli per dare nuova linfa al mercato;
- un sostanziale allineamento tra i prezzi dei pannelli cinesi ed europei.
Proprio su quest’ultimo punto il dibattito è stato particolarmente accesso, proprio per evitare che i pannelli fotovoltaici cinesi, caratterizzati da un prezzo più basso, potessero danneggiare in maniera rilevante i produttori europei. Alla fine i dazi sono stati eliminati ma si è stabilito che i produttori cinesi hanno piena libertà di vendere i loro pannelli in Europa a condizione di rispettare un prezzo minimo. Qualora questa soglia minima di prezzo non venga rispettata sarà applicato un dazio del 65% sul prodotto, ritornando di fatto alla situazione esistente fino a pochi giorni fa.
Quali sono le esigenze dei produttori europei
In realtà, la decisione della Commissione Europea non è stata accettata di buon grado dalle associazioni dei produttori europei che chiedevano difatti una proroga dei dazi. La scelta di non prorogare i dazi ha fatto scaturire una polemica molto aspra tra l’organismo politico europeo e le varie associazioni di categoria che non escludono addirittura un ricorso alla Corte di Giustizia Europea.
I motivi di questa ostilità risiedono nel fatto che, secondo i produttori, ritornare al mercato libero con l’introduzione dei pannelli fotovoltaici cinesi segna di fatto la fine di molte imprese produttrici europei che non possono competere con i prezzi praticati dalle imprese cinesi. Fuori dal coro, un’altra associazione di categoria, la Solar Power Europe che ritiene invece l’ingresso dei cinesi sul mercato uno stimolo alla crescita dell’intero settore.
Un mercato libero e competitivo
Inutile sottolineare come un mercato senza dazi permetta l’ingresso di un numero maggiore di imprese e stimoli la concorrenza tra le stesse. La politica dei prezzi sarà molto importante e dovrà essere soggetta ad un attento monitoraggio da parte degli organismi preposti per evitare che da volano per la concorrenza si riveli invece un’arma a doppio taglio che limiti invece le possibilità di crescita delle imprese.