Deficit al 2,4%: Impatti e Conseguenze Future per l’Economia Italiana

Alla fine Lega e M5S hanno vinto la battaglia con il ministro Tria e ottenuto lo sfondamento del deficit: per il prossimo triennio il rapporto deficit/PIL sarà infatti portato al 2,4%. Tria non è quindi riuscito a difendere la soglia dell’1,6% e nemmeno quella del 2%. Quali saranno gli impatti e le conseguenze future per l’economia italiana? Qui di seguito troverai tutte le risposte a questa domanda.

I rischi immediati di un rialzo dello spread con il deficit al 2,4%

Il rapporto deficit/PIL al 2,4% avrà sicuramente diversi impatti e conseguenze sul breve e medio periodo per l’economia italiana. La prima, importante e pericolosa conseguenza che sicuramente avrai già immaginato al momento dell’annuncio dello sforamento della soglia dell’1,6% nel rapporto deficit/PIL, riguarda l’innalzamento immediato dello spread Btp-Bund, che all’apertura delle contrattazioni a Piazza Affari, a poche ore dall’annuncio dell’accordo nel Governo per un rapporto deficit/PIL al 2,4% per 3 anni è arrivato ad un rendimento decennale al di sopra del 3%.

La immediata conseguenza dell’allargarsi del differenziale è stato un netto calo dei principali titoli italiani quotati a Piazza Affari, con una sofferenza di tutti quelli bancari, ed un calo della Borsa che è arrivato a toccare anche il 4%. Secondo molti analisti questa reazione dei mercati finanziari non è solo legata alla decisione del Governo di fissare il rapporto deficit/PIL al 2,4% per i prossimi 3 anni, ma anche alla situazione in cui adesso si trova ad operare il Ministro dell’Economia, senza dubbio il grande sconfitto del braccio di ferro andato in scena in seno al Governo.

Le conseguenze sul lungo periodo per l’economia italiana

Se gli impatti e le conseguenze per l’economia italiana sul breve periodo consistono, come hai potuto vedere, in un forte calo della Borsa, dei titoli bancari e nell’innalzamento dello spread, quali sono quello sul lungo periodo? Senza dubbio un primo aspetto che devi tenere ben presente è che uno spread che aumenta porta come conseguenza maggiori difficoltà nel piazzare i titoli di stato italiani sul mercato e quindi degli interessi più elevati da corrispondere per poter convincere gli investitori a inserirli nel proprio portafoglio.

Un’altra conseguenza che appare quasi certa è il pronunciamento negativo delle principali agenzie di rating sull’Italia, che ad ottobre, in conseguenza delle scelte economiche del Governo, corre il serio rischio di un abbassamento del proprio rating, con conseguente ulteriore aumento dei tassi di interesse per finanziare il debito pubblico. In questo modo il debito pubblico sarebbe sempre più insostenibile e ad essere particolarmente colpito da tale situazione sarebbe ovviamente il settore bancario. Una conseguenza di tale indebolimento, dovuto anche all’aumento del costo del denaro, sarà una stretta sul credito e di conseguenza sugli investimenti nell’economia reale.

Gli istituti bancari infatti si troveranno nella condizione di dover richiedere maggiori garanzie per poter erogare mutui e lo faranno a tassi decisamente più alti di quelli attuali, causando quindi delle problematiche anche in quella che gli analisti definiscono “economia reale”. Insomma, come puoi comprendere, le prossime settimane e i prossimi mesi si preannunciano decisamente complicati per il futuro dell’economia italiana e per il futuro di imprese e famiglie.

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