In attesa di capire se il decreto dignità subirà delle modifiche più o meno sostanziose, e in attesa di comprendere se effettivamente apporterà la dignità richiesta dal mercato del lavoro italiano, non possiamo che interrogarci bonariamente su quali siano le novità che il provvedimento del governo Conte ha predisposto per poter realizzare un positivo impatto sul mercato del lavoro e, in particolar modo, sui contratti a termine.
Di fatti, come risulta evidente dal tenore del documento, uno degli ambiti su cui il decreto sembra essersi concentrato maggiormente è proprio quello dei contratti a termine, sulla loro durata e sul numero delle loro possibili proroghe.
Con tale premessa, si noti come il decreto vede la durata complessiva del contratto a termine diminuire da 36 a 24 mesi, e che il numero delle proroghe viene dimezzato da 5 a 4, con l’obiettivo di poter contenere l’abuso di questi contratti provvisori e, di contro, favorire la stabilizzazione di chi si ritrova magari da anni a lavorare per uno stesso datore di lavoro, ma sempre con rapporti “a scadenza”.
Sebbene sia ancora da decifrare quale potrebbe essere l’effettivo impatto di una simile misura, gli osservatori sono un po’ più perplessi sull’introduzione delle due causali che limitano il ricorso di questi contratti, contenuti per ragioni temporanee, oggettive o sostitutive, o in caso di imprevedibili picchi di attività. Di contro, per i contratti che hanno una durata fino a 12 mesi, comprensivi di proroghe, non c’è bisogno di alcuna causale, salvo in caso i rinnovo.
Con tali innovazioni, il nuovo panorama dei contratti termine (ricordiamo: ammesso che il provvedimento non venga modificato nei prossimi passaggi) prevede un contratto a termine “libero”, privo di causali, per durate fino a 12 mesi, mentre nelle ipotesi di proroga che superi i 12 mesi di durata del contratto, o in caso di rinnovo, la causale è necessaria. In ogni caso, rimane fermo il limite massimo di 24 mesi, salvo un periodo di altri 12 mesi che andrà pattuito in sede protetta.
Ma queste novità impatteranno realmente in modo significativo sul mercato del lavoro? Come abbiamo già anticipato, è molto difficile prevederlo: le misure lambiscono in parte il problema dell’eccessivo utilizzo dei contratti a termine, ma è ancora incerta l’effettiva e concreta ripercussioni che potrebbe avere sulla gestione dei rapporti di lavoro. Vedremo dunque, nelle prossime settimane, che cosa accadrà su questo acceso tema…