Decreto Crescita 2019: cosa prevede, incentivi e novità fiscali introdotte

Pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale in data 29 giugno 2019, il cosiddetto Decreto Crescita rappresenta un provvedimento la cui importanza è se non altro notevole. Questo perché il proprio contenuto si impernia su una serie di interventi il cui scopo è quello di favorire la crescita economica italiana, dando slancio e linfa vitale agli investimenti.

Il contenuto

Come accennato in precedenza, si è in presenza di uno sblocco legislativo che, in base a quelle che sono le previsioni del’esecutivo, dovrebbe condurre verso un arresto della stagnazione derivante anche e soprattutto da una vasta e variegata gamma di incentivi fiscali ed agevolazioni di vario genere. Scendendo maggiormente nel particolare, i punti più significativi del Decreto Crescita 2019 sono rintracciabili:

  • in un rifinanziamento del super ammortamento, con allegata aliquota pari al 130%. In soldoni, tale incentivo fiscale ti permetterà di finanziare l’acquisto, anche tramite leasing, di beni strumentali nuovi e per un periodo temporale compreso tra l’1 aprile ed il 31 dicembre del 2019. La soglia massima per questa tipologia di finanziamento non può sforare i 2,5 milioni di euro;
  • in una trasformazione digitale delle aziende. Per facilitare la transizione delle realtà imprenditoriali verso la semplificazione digitale del proprio comparto produttivo, indipendentemente dal fatto che si tratti di imprese di media o piccola entità, è stato ideato un nuovo genere di finanziamento che costituisce un misto tra contributi e prestito a condizioni agevolate. Una simile ed innovativa formula andrà a coprire una percentuale pari al 50% degli investimenti soggetti ad approvazione, con una corrispondente somma economica erogata minima che non potrà essere minore di 50.000 euro;
  • in un freno agli scontrini cartacei. Le piccole attività commerciali, alle quali fino a qualche settimana fa era stata concessa una deroga, da adesso saranno obbligate ad inviare telematicamente gli scontrini all’Agenzia delle Entrate. Le tempistiche dell’invio si dilatano nella fattispecie in cui all’interno dell’esercizio manchi la rete internet. Saranno infatti 12 i giorni di tempo a disposizione, lasso intercorrente tra l’erogazione della prestazione o del bene e l’invio dello scontrino;
  • in un finanziamento di 3 milioni di euro assegnato a Radio Radicale. Obiettivo di quest’ultimo è quello di facilitare non soltanto la trasformazione in digitale dell’emittente radiofonica, la cui funzione a carattere informativo si ritiene abbia assunto il carattere della generalità, ma anche la preservazione dei propri archivi;
  • in una sforbiciata netta dell’Ires. A partire dall’anno 2023, l’Ires passerà dal 20,5% attuale al 20%. La copertura economica giungerà dal Fondo riguardante “quota 100” decretato nell’ultima manovra economica;
  • nello scivolo aziendale. In altre parole, le imprese che nel proprio organico contano più di mille lavoratori potranno provvedere al licenziamento dei dipendenti anagraficamente più anziani conferendo loro la possibilità di ottenere una sorta di scivolo di 5 anni ed il cui carico andrà a gravare sull’azienda stessa. Il calcolo dell’indennità sarà il medesimo del corrispettivo pensionistico sviluppato nell’istante in cui cessa il vincolo lavorativo;
  • in un nuovo bonus casa per gli interventi di costruzione o di ristrutturazione della tua abitazione, eseguiti entro e non oltre il 2021;
  • in un freno all’abuso di termini assimilabili all’Italia ed alla sua onorabilità. Codesta frazione del decreto andrà quindi a tutelare tutti quei brand la cui natura li porta ad essere ricondotti alle forze dell’ordine o alla denominazione di un qualsivoglia ente locale. In altre parole, vi sarà perciò una stretta su quelli che vengono ribattezzati “italian sounding”, insieme a tutti quei simboli che potrebbero arrecare potenziale danno all’immagine ed alla reputazione dell’Italia;
  • nel rinvio al 30 settembre 2019 del limite temporale per i versamenti risultanti dalle dichiarazioni dei redditi e per quelli attinenti le cosiddette imposte dirette, la cui scadenza era inizialmente compresa tra il 30 giugno ed il 30 settembre;
  • in ultimo, non in ordine di importanza tuttavia, vi sarà una mini tassa se, dopo aver risieduto all’estero per almeno due anni, deciderai di tornare in Italia. La norma, a partire del 2020, prevederà una corposa decurtazione nel pagamento delle tasse, pari al 30% per i primi 5 anni. Periodo, questo, che subirà un’aggiuntivo allargamento se il trasferimento avviene verso il meridione, se nel tuo nucleo familiare sono presenti dei figli oppure se acquisti un immobile. 

Cosa cambia

La novità più importante è da ricercare nel fatto che il giorno ultimo inerente la presentazione per via telematica della denuncia dei redditi viene portata dal 30 settembre al 30 novembre. La proroga verte i propri effetti anche sul ravvedimento operoso, ma solo per le tasse poste sotto la giurisdizione dell’Agenzia delle Entrate. Ti è data quindi possibilità di procedere al ravvedimento:

1) nel caso di versamenti singoli;
2) per versamenti di natura complessiva. In tale evenienza, alla sanzione verrà applicata una riduzione calcolata tenendo presente la data del’avvenuta regolarizzazione. 

Medesimo rinvio concerne anche la trasmissione del modello Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive. All’Agenzia delle Entrate viene preclusa la facoltà di richiedere, al momento della dichiarazione dei redditi da te presentata, informazioni aggiuntive già presenti all’interno dell’Anagrafe tributaria. Eccezioni sono tuttavia previste quando:

  • la verifica interessa requisiti che non possono essere ricavati dalle informazioni presenti nell’Anagrafe;
  • non vi sia corrispondenza e contiguità tra elementi posseduti ed elementi dichiarati dal cittadino.
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