Quando si parla di coordinate bancarie ci si riferisce a una sequenza di numeri che identifica in modo puntuale un conto corrente bancario. Tale sequenza serve per effettuare delle movimentazioni nel conto corrente, quali: addebiti, accrediti, giroconti tra un istituto di credito e un altro. Le coordinate di un conto corrente si possono trovare nel contratto che lo regola e nelle rendicontazioni periodiche emesse dalla banca (estratti conto).
Le coordinate di un conto ne forniscono quindi l’identikit, individuandone il numero e l’istituto di credito presso il quale il conto stesso è stato acceso, nonché la specifica filiale che lo gestisce. In particolare, il codice numerico che rappresenta la banca depositaria del conto corrente è l’ABI (acronimo di Associazione Bancaria Italiana) e si compone di 5 cifre, mentre quello che individua la filiale che gestisce effettivamente il rapporto di conto corrente è il CAB (Codice di Avviamento Bancario), anch’esso di 5 cifre.
Cos’è l’IBAN e da cos’è composto?
L’IBAN (acronimo di International Bank Account Number) è stato introdotto 10 anni fa allo scopo di riunire in un’unica sequenza alfanumerica tutte le coordinate bancarie di un conto corrente. In Italia l’IBAN si compone di 27 caratteri, i primi due dei quali sono la sigla del nostro Paese, IT. A seguire, nel codice IBAN trovi 2 cifre e una lettera, ossia il CIN (Control Internal Number): questo codice viene generato all’apertura del conto e, a differenza delle altre cifre, non è possibile calcolarlo, anche se si conoscono la banca e la filiale depositaria o il numero del conto stesso.
Dopo il CIN vengono riportati, nell’ordine, i codici ABI e CAB. L’ultima parte dell’IBAN è data dalle 12 cifre che identificano il numero di conto corrente. La sequenza di cifre di ABI, CAB e del conto corrente è chiamata BBAN (Basic Bank Account Number): questi 23 numeri sono le vere e proprie coordinate bancarie nazionali.
A cosa servono e come verificare le coordinate bancarie
Come anticipato, le coordinate bancarie servono a trasferire fondi liquidi da un istituto di credito a un altro, sia in Italia che da e verso l’estero. Le nuove codifiche appena illustrate sono difatti riconoscibili a livello internazionale e ti consentono quindi di operare con un unico conto anche se devi gestire transazioni fuori dall’Italia. Ovviamente, le coordinate bancarie danno solo l’indirizzo del conto e servono per catalogarne le movimentazioni ma non bastano per autorizzare le stesse.
Si tratta comunque di codici personali che forniscono informazioni altamente ”sensibili”, quindi vanno gestiti con la dovuta oculatezza. Nel caso tu debba verificare un codice IBAN, per verificare se è esatto e valido, puoi avvalerti di uno dei calcolatori presenti sul web (il più affidabile di tutti è l’IBAN Calculator). Ti basterà inserire l’IBAN che vuoi verificare e far partire la ricerca, che avviene a livello internazionale. Sempre su internet puoi trovare dei siti che ti consentono di risalire al nome dell’istituto di credito e al numero di filiale dello stesso, semplicemente digitando le cifre di ABI e CAB.
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