Nel corso dell’ultimo decennio è cresciuto notevolmente il volume di affari compiuti sfruttando l’andamento dei mercati finanziari, stiamo parlando del trading. Si tratta davvero di un modo per avere una disponibilità economica maggiore, senza mai dimenticare però il rischio che si corre quando si decide di investire il proprio capitale. I trader che non amano il rischio, ma che preferiscono puntare su investimenti relativamente sicuri, ma soprattutto facili da leggere e da prevedere, hanno individuato nelle commodities il terreno fertile in cui far germogliare guadagni più o meno certi.
Investire sulle commodities, infatti, consente ai trader di studiare l’andamento dei grafici di un materia prima, riuscendo ad individuare con maggiore facilità il momento migliore per investire e, allo stesso modo, a fissare il valore della quotazione in cui è necessario uscire (vendere le quote) per percepire il guadagno preventivato.
Le Commodities: cosa sono
Quelle definite commodities in realtà sono le famose materie prime. Parliamo di elementi e prodotti che vengono estratti o coltivati e che, in genere, sono poco deperibili nel tempo.
In sostanza, le commodities possono essere delle risorse basilari come il petrolio greggio, il carbone, l’oro, l’alluminio, il rame, il palladio, il platino che rientrano tutti nel gruppo delle Hard Commodity. Esiste un altro gruppo, quello delle Soft Commodity che invece riguarda le materie di origine agricola come il sale, lo zucchero, i cereali (es. orzo, riso), i legumi (es. fagioli, ceci, lenticchie) e il grano.
Infine esiste un ulteriore tipo di commodities che riguarda materie prime di tipo energetico, ci riferiamo ad esempio alla nafta, al gas naturale o alla benzina, ma anche le carni rientrano in questa categoria di commodities, come quelle di origine bovina o suina. In ogni caso le materie prime sulle quali è possibile investire, sfruttando gli andamenti dei mercati, sono tutte accomunate da due requisiti:
- devono conservarsi nel tempo, quindi avere un basso indice di deperibilità;
- devono essere elementi posti alla base di processi di lavorazione (es. dal grano si ottengono altri prodotti come la pasta, il pane, la farina)
Le commodities principali: materie prime di estrazione
Tutte le materie prime hanno un ottimo potenziale dal punto di vista degli investimenti e del trading, tuttavia le più proficue e remunerative rientrano nel gruppo delle commodities di estrazione. Parliamo di materie prime energetiche, quindi cereali, metalli, carni, etc. Tuttavia quelle che muovono il volume d’affari maggiore sono l’oro, l’argento e il petrolio. Il motivo del successo e della popolarità di investimenti fatti su questi tre elementi è legato alla volatilità del loro prezzo, ossia al fatto che nell’arco di un breve periodo di tempo esso subisce delle importanti variazioni.
Chi si occupa di trading sa che gli investimenti migliori si fanno proprio tra una variazione di prezzo ed un’altra, in sostanza il guadagno si ottiene proprio dall’acquisto di un metallo come l’oro o l’argento durante una fase in cui il prezzo è basso, per poi rivenderlo quando la curva del prezzo è risalita. Per questo motivo, più il mercato è volatile e quindi, più variazioni di prezzo ci sono, più è “facile” guadagnare con il trading.
Previsioni ed analisi
Quando si opera in questo settore è importante non improvvisare, ma studiare e imparare dal passato. Sebbene prevedere l’andamento del prezzo di una materia prima è per lo più impossibile, quello che i bravi trader fanno si sintetizza in: analisi tecnica e analisi fondamentale. Grazie allo studio dell’analisi tecnica è possibile prendere in esame l’andamento storico del prezzo di una determinata commodity e prevedere quali tendenze potrebbero avere in futuro. Chiaramente non si tratta di una scienza esatta, tuttavia grazie all’analisi tecnica è possibile raggiungere una buona approssimazione, attraverso l’individuazione dei cicli di mercato e della loro durata.
Tutto ciò è fattibile con l’aiuto dei grafici che consentono di individuare alcuni segnali che si caratterizzano per la loro frequenza ciclica. Grazie ad essi è quindi possibile prevedere l’andamento del prezzo e individuare i punti di ingresso e di uscita dal mercato. Quello dell’analisi fondamentale, invece, è un ambito ben più ampio che infatti non riguarda solo la commoditiy che si sta studiando ma tutto il mercato che si muove attorno a quella materia prima. In sostanza, con questo tipo di analisi si punta ad identificare le variabili di carattere economico-finanziarie, ma anche gli aspetti macroeconomici e microeconomici, che definiscono i prezzi delle quotazioni.
Commodities e indicatori
Quando si effettua lo studio su una materia prima è opportuno prendere in esame anche alcuni indicatori. Uno dei più importanti è quello “di fiducia”. In Italia i principali indicatori di fiducia sono Ifo e Zew che offrono una visuale completa su alcuni aspetti di carattere macroeconomico, grazie ai quali è possibile individuare le aspettative (ottimistiche o pessimistiche) relative alla materia prima sulla quale si vuole investire.
Altro indicatore importante è quello relativo all’attività economica in genere, ossia al settore manifatturiero. Nel nostro Paese gli indici più importanti in questo ambito sono il Pmi, l’Ism e il Philadelfia Fed Index. Quando si studia un probabile investimento non bisogna trascurare di controllare: il Pil, il Gap e il mercato del lavoro.
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