A tutti sarà capitato di fare un acquisto online e di pagare con la propria carta di credito. Ad un certo punto (salvo rare eccezioni, prima o poi accade in ogni sito internet), viene richiesto di inserire il CVV (a volte chiamata CVC o anche CVV2). Che cos’è? A che cosa serve? Ma soprattutto, dove si trova? I seguenti paragrafi provano a dare una risposta a tutte queste domande.
L’acronimo CVV sta per Card Validation (o Verification) Value e costituisce un codice di verifica della vostra carta di credito, utilizzato per garantire un ulteriore livello di sicurezza, importante in particolar modo nel caso di acquisti o altri pagamenti effettuati online, caratterizzati da un più alto tasso di rischio (clonazione). È bene precisare che il codice CVV può essere indicato, in determinate situazioni, con altre sigle simili: in primo luogo CVV2 (Card Validation/Verification Value 2), CVC (Card Validation/Verification Code). In ogni caso, tutte queste sigle indicano il medesimo codice che svolge la stessa funzione di protezione della carta.
A cosa serve il CVV
Il CVV costituisce un presidio di sicurezza utilizzato dai soggetti emittenti per verificare che chi sta effettuando il pagamento è fisicamente in possesso della carta. Tale codice è stato introdotto negli anni novanta (precisamente nel 1995) quando la maggior parte delle transazioni con carta di credito non avveniva tramite i POS cui siamo abituati oggi (che rilevano automaticamente il codice CVV a partire dalla banda magnetica o dal chip) ma con la stampa su carta carbone dei dati della carta.
I caratteri stampigliati in rilievo sulla carta di credito (generalmente, numero, nome e cognome dell’intestatario e data di scadenza) rimanevano impresse sulla ricevuta, mentre il CVV, essendo stampato a inchiostro, no. Il codice doveva quindi essere aggiunto appositamente. In questo modo, la presenza del codice garantiva la presenza fisica (e il possesso) della carta al momento dell’acquisto. Va notato che il sistema non è teso a limitare il furto della carta ma solo dei dati (ad esempio, per clonazione): l’aggiunta del CVV non certifica che il presentatore sia il legittimo proprietario ma solo che la carta sia fisicamente presente al momento dell’acquisto.

Evidentemente, si tratta di un sistema di controllo meno avanzato ed efficace di quelli attualmente in uso (ad esempio, l’utilizzo di OTP – One Time Password, o di sms di verifica delle operazioni) ma è rimasto di uso comune come presidio di sicurezza, utile oggi specialmente in caso di pagamenti online per evitare duplicazioni o clonazioni della carta.
Dove si trova
Nelle carta di credito operanti sui circuiti Visa o Mastercard, il codice CVV è composto da tre cifre che possono essere trovate sul retro della carta stessa, stampate sulla banda bianca in cui il titolare deve apporre la propria firma. Per quanto concerne invece le carte emesse da American Express, il CVV è composto da quattro cifre e viene riportato sulla parte frontale della carta.