In questi giorni è al vaglio del Governo una possibilità nuova che segue la scia della digitalizzazione e dell’informatizzazione, si parla di una tessera che abbia diverse funzioni e che sia nominale. Una sorta di “card” che racchiuda in sé carta d’identità, tessera sanitaria, identità digitale e possibilità di attivare un normale conto di pagamento presso qualsiasi sportello bancario o postale.
Questo in un Paese che ha visto una costante crescita dell’utilizzo del contante nell’ultimo decennio e che in questo modo proverebbe ad invertire la tendenza. Infatti negli ultimi 10 anni si è passati da quasi 130 miliardi di euro circolanti in contanti ai quasi 200 attualmente in uso. Una crescita che vede l’Italia prima in Europa per i prelievi di contanti allo sportello.
Il sottosegretario del Ministero dell’Economia, Alessio Villarosa del Movimento 5 Stelle, ha anticipato questa intenzione del Governo di studiare una soluzione che rappresenti uno strumento di semplificazione ed allo stesso tempo uno strumento di lotta all’evasione che sia facilmente utilizzabile anche da quella fascia di popolazione meno avvezza alle nuove tecnologie come gli anziani. Questa “carta unica” sarà una tessera che avrà diverse funzioni e la sostanziale novità sarebbe la possibilità di utilizzarla anche per effettuare pagamenti, quindi collegandola ad un conto corrente bancario o postale.
Come sappiamo, un cittadino italiano è titolare di diversi documenti che attestano la residenza ed i dati anagrafici (la carta d’identità), il codice fiscale (nel caso della tessera sanitaria), la licenza di guida (per le varie categorie di patenti) ed altri documenti che possono anche valere per il riconoscimento (come il passaporto). L’intenzione del Governo è di unificare almeno una parte di questi documenti in un’unica card che quindi abbia più utilità. Parliamo quindi di unificare il documento di riconoscimento classico, la carta d’identità (che oggi è distribuita in 2 forme, la cartacea e la digitale), con la tessera sanitaria che contiene i riferimenti univoci fiscali e l’identità digitale, ovvero un protocollo informatico che identifica il singolo cittadino e lo abilita a compiere i servizi informatici che la richiedono. Tutto questo in aggiunta alla possibilità i effettuare dei pagamenti sempre tramite la stessa tessera che risulterà collegata, verosimilmente, ad un conto corrente bancario o postale.
La proposta è da intendersi come chiara volontà di trovare un’alternativa al contante che tolga quanto più spazio possibile alla produzione e circolazione del nero cercando di contenere il fenomeno dell’evasione. I dati del 2018 ci raccontano che in Italia gli strumenti alternativi all’uso dei contanti aumentano il proprio volume di movimentazioni solo se trattasi di strumenti elettronici, infatti rispetto all’anno precedente vi è stato un aumento di oltre il 12% dell’utilizzo delle operazioni con carte di pagamento tramite POS ed un incremento di oltre il 5% per le operazioni condotte tramite bonifico bancario/postale.
Unico trend negativo è rappresentato dall’utilizzo degli assegni che hanno visto un calo, rispetto al 2017, di quasi il 7% del totale del volume di denaro movimentato. Quindi è essenziale operare su un aspetto fondamentale per questo trend: la tecnologia. Soltanto un’adeguata spinta tecnologica potrà favorire ancora meglio la diffusione degli strumenti elettronici per il pagamento alternativi al contante. Ma non è la sola tecnologia a rappresentare un punto cruciale per questo importante processo di cambiamento, un aspetto fondamentale sarà la gestione della quantità e qualità di dati personali che si concentrerebbero in un’unica tessera e che necessariamente vanno tutelati per la sicurezza individuale e collettiva.
Tutte le criticità del caso trovano la propria fonte in quella che è la peculiarità di un processo di trasformazione come questo, ovvero l’ampia distribuzione e capillarità che assumerebbe questo nuovo elemento. Una piccola rivoluzione che toccherebbe chiunque proprio perché strettamente vincolata al concetto di identità.
Questo progetto andrà incontro ad una realtà già consolidata rappresentata dai sistemi di incentivazione all’utilizzo della moneta elettronica. Un meccanismo che presto porterà la Pubblica Amministrazione a vedersi costretta ad accettare pagamenti solo in forma elettronica. Un obbligo che si estenderebbe facilmente anche a tutte quelle società private che però forniscono servizi pubblici scatenando un effetto domino che porterà alla completa rivoluzione digitale dei sistemi di pagamento in Italia.