Il prezzo del pane è da sempre una delle unità di misura dell’andamento del costo della vita in una determinata zona geografica. L’inflazione stessa, ovvero l’aumento generalizzato dei prezzi, si basa anche sul costo di beni di prima necessità come pane, pasta o simili. Il Wall Street Journal qualche tempo fa ci stava mettendo in guardia su ciò che sarebbe potuto succedere e, a quanto pare, aveva ragione. Infatti c’è stata una combinazione di fattori climatici che ha portato ad una drastica diminuzione della produzione di grano.
In particolare, sembra che la colpa sia della lunga e calda estate combinata con il rigido inverno scorso che hanno portato a queste negative conseguenze. Il caldo avrebbe infatti letteralmente bruciato una parte delle coltivazioni e quindi portato a questa situazione, con una diminuzione delle produzioni considerevole. Secondo alcune stime, si tratta di una diminuzione dai 758 milioni di tonnellate prodotte l’anno scorso ai 730 milioni di quest’anno, con la probabilità che questa tendenza continui con questo ritmo anche nei prossimi anni.
In particolare la produzione è diminuita nei paesi che da sempre sono ai vertici in questo campo, come la Russia, l’Unione Europea, gli Stati Uniti, il Canada, l’Ucraina e la Turchia. Insomma una crisi generalizzata le cui conseguenze ancora non sono esattamente chiare e soprattutto non sono quantificabili. Andando più nello specifico, hanno subito un forte contraccolpo nell’Unione Europea paesi come la Germania e la Francia, la cui produzione è diminuita in percentuale ancor maggiore rispetto agli altri (rispettivamente il 20 % ed il 4 % secondo stime provenienti dagli Stati Uniti).
Dunque ora c’è da attendersi un aumento nei prezzi dei derivati del grano? La domanda è sicuramente lecita e ci dobbiamo riagganciare a quanto detto dal Wall Street Journal, ovvero che c’è da attendersi un aumento del prezzo del pane. In ogni caso, come suddetto, resta difficile quantificare l’aumento ed è difficile per stimarlo, anche se a quanto pare potrebbe avvenire già da settembre, quindi a breve. L’aumento del prezzo di altri prodotti invece non è per nulla prevedibile e dipende da molti fattori, anche se non sembra così prossimo come quello del pane e, in ogni caso, è piuttosto chiaro ormai che bisogna correre ai ripari, in un modo o nell’altro.
Infatti non stiamo parlando di un bene qualsiasi, ma del pane che è per eccellenza il bene primario per ognuno di noi. Si può semplicemente intuire che l’aumento del prezzo del pane non verrà ben accolto dai consumatori e, anzi, scatenerà reazioni sicuramente accese e più o meno condivisibili. C’è però da ricordarvi e ricordarci che la legge è quella del mercato ed è una di quelle più antiche ed indiscutibili: il prezzo lo fa il mercato. Alla luce di ciò, è inevitabile che vari il prezzo se l’offerta diminuisce. Contemporaneamente, è indiscutibile anche che nella società odierna le autorità competenti debbano intervenire tempestivamente per tutelare il consumatore, soprattutto se si tratta del prodotto con la P maiuscola, il pane.