Asta 6 miliardi Btp, tasso 10 anni al 3,25%

l Tesoro (il Dipartimento del Governo che si occupa di elaborare le politiche economiche e finanziarie nel nostro paese, in ambito nazionale e internazionale) offre all’asta titoli di stato per un valore di più di sei miliardi di euro, e quello che si può dedurre da questi dati è che il prezzo del debito è destinato a salire ancora.

Il Btp (buoni del Tesoro poliennali) a dieci anni ha raggiunto 37 centesimi in più dall’asta di luglio, quindi siamo arrivati ad una percentuale di 3,25 in più. Questo valore è il più alto dal 2014. Significativo anche il rialzo dei Btp a 5 anni che equivale a 63 centesimi in più.

Cosa sono i btp

Il parametro indicato sopra sarà utilizzato come metro di misura per calcolare lo spread, ovvero l’indicatore usato dagli Stati nel mercato internazionale per per misurare la capacità di un paese di saldare i propri debiti e quindi restituire i prestiti ricevuti da altri governi. Tali debiti dello Stato italiano sono di fatto costituiti in Bot, Btp e altri titoli di stato, che vengono emessi in cambio di denaro ricevuto da privati, dalle banche e da altri Stati e quindi costituiscono di fatto la “credibilità” che un paese possiede nel trattare economicamente con gli altri. Più è alto lo spread di un paese, più questo farà fatica a chiedere soldi in prestito per mandare avanti i servizi pubblici, rischiando quindi di non poterli più mantenere e, in extrema ratio, dover dichiarare il fallimento (basti pensare al caso della Grecia, con tutte le particolarità che ha avuto).

Le conseguenze del rialzo

Questa situazione si associa all’aria di tensione che già si respira da qualche giorno. Voci dal Tesoro sostengono che questo è dovuto alle incertezze internazionali del momento, strascico della crisi ancora in atto. Il rialzo dei rendimenti ha come effetto principale il ribasso dei prezzi: i buoni biennali che questa primavera valevano poco meno dell’1%, a inizio estate erano già stati svalutati fino ad arrivare al -3,5%. L’effetto arriva amplificato per i buoni più longevi come quelli con scadenza nel 2038 e nel 2067. L’eco si espande anche all’estero, ad esempio in Spagna e Stati Uniti.

Nessuna sorpresa

In realtà questa può essere una sorpresa per i cittadini, ma non per gli economisti attenti, infatti i Btp a dieci anni venivano già scambiati da alcune settimane ad un valore superiore al 3%. Il rapporto della domanda e l’offerta dei titoli del tipo “dieci anni” è così sceso dell’1,37%.

Nei giorni precedenti durante le aste di Ctz e Bot a sei mesi si era registrato un aumento ancora più pesante nonostante il rapporto domanda e offerta avesse una copertura abbastanza elevata (ovvero l’ammontare di titoli richiesti su quello dei titoli offerti). Le previsioni del prossimo rapporto sul debito pubblico del Ministero dell’Economia e delle Finanze quindi non saranno molto ottimistiche.

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