Assegno Scoperto: Cos’è, Sanzioni e Conseguenze, cosa fare se si deve Incassare un Assegno Scoperto

L’assegno scoperto è una tematica oggi discussa in maniera molto frequente. Capita sempre più spesso di chiudere un’obbligazione o un contratto con un acquirente che non abbia possibilità economiche, e, conscio di tale situazione, per entrare in possesso di un bene è disposto a rischiare le conseguenze previste da un assegno “vuoto”. In questo articolo vedremo le peculiarità di questo assegno, le sanzioni previste per il debitore e come agire nei casi posti in esame.

Cos’è un assegno scoperto

L’assegno scoperto (o “vuoto”), come puoi intuire, è un assegno ordinario emesso senza disponibilità economiche da parte del debitore. Più precisamente, l’assegno è considerato vuoto quando nel conto del traente non vi è una disponibilità sufficiente per far fronte al pagamento contratto. Va sottolineato che il titolo di credito in questione, per poter essere scoperto, deve essere ordinario bancario. Tutti gli assegni circolari, invece, non possono essere effettuati a vuoto, ma sono verificati dalla banca del traente. Ti verrà quindi naturale pensare che è decisamente più prudente richiedere un pagamento attraverso quest’ultima modalità, specie se non hai verificato la disponibilità dell’acquirente o hai dei dubbi sulla natura della medesima. Tuttavia in molti preferiscono accettare questo rischio, andando verso delle procedure di lunga durata, che non necessariamente garantiscono l’ottenimento della somma inizialmente richiesta.

Come reclamare l’assegno scoperto

A seguito del reclamo dell’insoluto (solitamente da parte della banca interessata) il traente può avvalersi del cosiddetto “pagamento tardivo”, ovvero di versare in conto corrente la somma necessaria a ricoprire il debito dell’obbligazione. La banca per tale operazione richiede al tuo debitore un importo maggiorato del 10%, oltre agli interessi che maturano nei giorni successivi rispetto al reclamo. Passati circa 70 giorni, qualora il tuo acquirente non dovesse aver adempiuto ai propri obblighi scattano delle conseguenze più gravi, che, nel caso di condanna per truffa, possono portare anche alla reclusione.

Conseguenze e sanzioni

Se dopo i due mesi e mezzo concessi dalla banca per il pagamento tardivo non viene saldato il debito, si procede con l’azione di protesto. Quest’ultimo ha lo scopo di certificare formalmente il mancato adempimento all’obbligazione da parte del debitore presso uno studio notarile. Tale formalità non è altro che la premessa ad una serie di sanzioni che generalmente non hanno significato penale. Vediamole ora nel dettaglio:

  1. Segnalazione alla “Centrale rischi”, fattispecie che porta la conseguenza di non poter più aprire conti correnti o accedere ad agevolazioni bancarie (vengono concessi, ad esempio, mutui o prestiti solo a tassi alti, al limite dell’usura).
  2. L’impossibilità di emettere nuovi assegni bancari fino a 5 anni
  3. Fino ai 6200 euro di multa

Se il traente ha commesso più violazioni o assegni a vuoto per importi elevati, il diritto stabilisce delle pene più severe, come l’interdizione da un’attività lavorativa o da attività di straordinaria amministrazione.

Come ottenere i propri soldi

Chiaramente da inizio articolo ti sarai sicuramente posto questa domanda. Quando siamo di fronte a degli assegni scoperti, riavere il corrispettivo non è assolutamente semplice. Il debito infatti, non viene necessariamente saldato dal traente che, tuttavia, andrà incontro alle conseguenze sopraelencate. Come fare quindi? Il Codice Civile ci dà una risposta ai sensi dell’articolo 2740, secondo cui il debitore risponde dell’inadempimento con tutti i suoi beni. Pertanto il debitore è soggetto alla cosiddetta responsabilità illimitata e il creditore potrà soddisfarsi sui beni dello stesso. In riferimento a ciò, a seguito di un’attenta valutazione da parte del giudice, i beni del debitore potranno essere pignorati al fine di risarcire la controparte.

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