Ancora poco conosciuti, nel più ampio processo di digitalizzazione del Paese, hanno fatto la loro comparsa gli assegni digitali. Ma di che cosa si tratta? In realtà, il cambiamento non è “epocale” per gli utenti, ma solo perché gli utilizzatori degli assegni non vedono l’impatto di tale novità. Lo stesso non si può certamente dire per le banche, che con la nuova versione della procedura Check image Truncation, non riceveranno più gli assegni cartacei che sono negoziati dalle banche controparti, tratti dai propri clienti, bensì un documento digitale che sostituisce quello cartaceo.
Come confermato dall’ABI, pertanto, sparisce la circolazione degli assegni cartacei una volta che questi vengono incassati o versati in banca, sostituita interamente da un assegno digitale che ha la stessa validità ad ogni effetto di legge, con l’ovvio beneficio di poter apportare vantaggi in termini di lavorazioni, rischi, costi. Come detto, la nuova procedura non incide sulle modalità di utilizzo e di versamento degli assegni da parte dei clienti, tanto che sia la fase di emissione che quella di versamento degli assegni non subiranno variazioni per i clienti bancari, rimanendo ancora in forma cartacea.
Controllare i requisiti degli assegni
Anche in virtù di queste novità, è opportuno rammentare che quando si emette un assegno o quando lo si riceve, è fondamentale verificare che sia composto da tutti gli elementi obbligatori, come il luogo e la data di emissione, l’importo in lettere e in cifre e la corrispondenza tra i due, il nome del beneficiario, la firma del correntista che emette l’assegno bancario (cioè, la firma di traenza).
Si tenga conto che gli assegni che sono privi di uno qualsiasi di questi requisiti sono irregolari, e non possono dunque essere regolarmente incassati. Quel che accade è che con la nuova procedura verranno respinti al mittente, che dovrà procedere a una regolarizzazione o all’emissione di un nuovo titolo.
Infine, ricordiamo che per tutti gli assegni di importo pari o superiore alla soglia dei 1.000 euro, deve essere necessariamente presente la clausola di non trasferibilità. In tale ambito, i margini di errori dovrebbero comunque essere piuttosto ridotti, visto e considerato che sui moduli di assegni rilasciati dalla banca dovrebbero già essere impresse le clausole di non trasferibilità, salvo che il cliente non richieda espressamente un assegno (a pagamento) privo di questa particolare clausola.