L’apertura di una partita IVA è necessaria per tutti coloro che intendono intraprendere un’attività in proprio, sia per chi preferisce essere autonomo fin dall’inizio della carriera, sia per chi ha perso un posto da lavoratore dipendente e si rimette in gioco creandosi una nuova opportunità di impiego.
Gli adempimenti per l’apertura e la gestione di una partita IVA non sono complicatissimi, tuttavia per chi ha poca confidenza con la burocrazia può risultare utile uno schema sintetico di orientamento. Indispensabili, naturalmente, l’assitenza e la consulenza di un commercialista, visti anche i continui aggiornamenti normativi in materia che potrebbero far commettere passi falsi ad un inesperto.
Che cos’è la partita IVA
La partita IVA è una serie numerica che si presenta simile ad un codice fiscale ma, piuttosto che identificare una persona, individua in maniera specifica un soggetto che svolge una determinata attività economica. I numeri che la compongono sono in tutto 11: i primi 7 costituiscono la matricola dell’intestatario, i successivi 3 l’ufficio fiscale di riferimento che l’ha rilasciata, l’ultimo è un codice di controllo generato automaticamente.
Si ottiene in tal modo una composizione che fa riferimento esclusivamente ad un unico titolare, sia che si tratti di persona fisica che di società, e consente di verificare subito il suo status fiscale. Con l’acronimo IVA si intende “imposta sul valore aggiunto” applicata su beni o servizi in ogni fase della produzione. Per legge sono quindi obbligati ad aprire una partita IVA, assumendo una posizione fiscalmente registrata e controllabile, gli imprenditori o i liberi professionisti che esercitano un’attività economica produttiva, la quale determini redditi annuali superiori a cinquemila euro. Non sono comunque previsti limiti di età anagrafica per la richiesta di apertura.
Come si apre
Chiunque intraprende un’attività economica, entro 30 giorni dall’inizio, deve comunicarlo all’Agenzia delle Entrate del territorio in cui è ubicata la propria sede operativa. La dichiarazione va fatta compilando un apposito modello che può essere depositato recandosi direttamente all’Agenzia delle Entrate oppure spedendolo con raccomandata con avviso di ricevimento o, infine, a mezzo modalità telematica.
In tale modello, oltre ai dati inerenti il titolare e la sede dove opererà, va indicata tramite codice ATECO l’attività svolta, nonché il tipo di contabilità da applicare a fini fiscali. Effettuato il deposito verrà rilasciato un numero di partita IVA e, da quel momento, il titolare dovrà rispettare alcuni obblighi.
Può ricevere pagamenti soltanto dietro emissione di fattura numerata progressivamente, sulla quale riportare i propri dati, quelli di chi effettua il pagamento, la natura dei beni o dei servizi resi, le somme incamerate, le aliquote fiscali applicate. Deve inoltre compilare e conservare i registri contabili nei quali viene annotata la gestione dell’impresa. Annualmente, poi, dettagliando uscite ed entrate, è chiamato a dichiarare i redditi percepiti.
I costi per l’apertura di una partita IVA
La sola apertura della partita IVA non prevede costi da sostenere, la richiesta infatti è gratis. Lo svolgimento dell’attività per la quale si apre, invece, può determinarne. Intanto le spese annuali del commercialista, per la sua assistenza contabile e fiscale; ci sono inoltre le imposte da pagare, calcolate sul reddito e sul valore aggiunto; poi i contributi previdenziali, anch’essi da versare in proporzione al reddito; e, sempre rimanendo nei costi di massima stimati, non vanno dimenticate le quote annuali per l’iscrizione alla Camera di Commercio o in albi professionali.
Tutto questo senza considerare le spese effettive, quali eventuali canoni di affitto dei locali in cui svolgere l’attività, le utenze, l’acquisto delle materie prime, gli stipendi per i dipendenti qualora assunti, e quant’altro possa essere necessario.
Ecco perché, al di sotto di un certo reddito, non risulterebbe proprio conveniente aprire una partita IVA che, infatti, è obbligatoria soltanto per chi esercita attività determinante un reddito superiore a cinquemila euro all’anno. Prima di decidere se aprire o meno una partita IVA, pertanto, può risultare davvero opportuna un’analisi delle voci di spesa da affrontare per l’esercizio dell’attività medesima.