Tra gli argomenti che stanno animando il dibattito politico degli ultimi giorni vi è quello relativo alla decisione dell’esecutivo di mettere mano alla normativa che regola l’apertura dei negozi e dei Centri commerciali nelle giornate di domenica. L’argomento è decisamente spinoso per questioni di natura economica e sociale e come potrai immaginare il dibattito si è subito infiammato. Ma qual è la proposta del governo in merito e cosa cambia nell’immediato futuro in caso di approvazione?
La proposta del governo
La prima cosa che devi sapere è che il tema delle aperture domenicali di negozi e centri commerciali ha palesato una diversità di vedute all’interno della maggioranza di governo. La modifica alla normativa in oggetto rappresenta infatti uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale del Movimento 5 Stelle e vede la Lega più tiepida. Luigi Di Maio, titolare del dicastero del Lavoro ha voluto puntualizzare che la proposta allo studio del Governo non prevede un impedimento integrale e totale di apertura dei negozi nelle giornate di domenica o in quelle festive, ma l’introduzione di un meccanismo per cui rimanga aperto al pubblico il 25% dei negozi attraverso un meccanismo di turnazione.
Di Maio, affermando che tale proposta va incontro ad una esigenza di civiltà e di tutela delle famiglie, ha fatto presente che tale meccanismo di turnazione non sarà regolato solo a livello nazionale: la legge che il Governo sta preparando dovrebbe infatti servire sicuramente a fornire le linee guida nella materia, mentre gli aspetti specifici della turnazione verranno decisi anche a livello locale, dai sindaci delle varie realtà italiane interessate. Di Maio ha espresso tali concetti in un lungo post pubblicato su Facebook, dove ha ribadito la necessità per il Governo di tutelare la qualità della vita delle famiglie, le quali la domenica potranno passare più tempo insieme.
La precisazione di Salvini
Dopo la precisazione di Di Maio è arrivata anche la dichiarazione di Salvini, la quale ha confermato come nel Governo le vedute sull’argomento non siano univoche. Il leader della Lega ha voluto precisare come vi sia la necessità di formulare una proposta che tenga conto dell’importanza di un equilibrio tra la tutela della famiglia e degli aspetti economici della questione. Se vuoi sapere cosa ha detto nello specifico il titolare del dicastero dell’Interno, ecco le sue parole: Salvini ha affermato di essere concorde sul fatto che si debba “avere a cuore il tempo delle mamme e dei papà” e che “non si può morire sul posto di lavoro sacrificando tutto al profitto”, ma ha voluto ricordare come si debba “trovare un equilibrio tra esigenze familiari ed economiche“.
Le proposte allo studio e la precisazione di Centinaio
Il tema delle aperture domenicali di negozi e centri commerciali ha, come hai potuto capire, creato un dibattito politico anche all’interno della maggioranza e ciò è confermato dal fatto che la proposta di Di Maio non è la sola allo studio della Commissione Attività Produttive di Montecitorio, dove sono quattro i testi su cui si sta discutendo. Due sono proposti dalla Lega e nel concreto andrebbero ad abrogare le norme che hanno liberalizzato in materia di aperture dei negozi. Ad essere eliminato sarebbe l’articolo 31 del Decreto “Salva Italia”, la normativa emanata dall’esecutivo guidato da Monti. La norma in questione ha liberalizzato in maniera pressoché totale la materia, eliminando l’obbligo di chiusura in determinati giorni e il rispetto di orari specifici di aperture nell’arco dell’anno.
La proposta della Lega prevede il ripristino della chiusura domenicale obbligatoria, bilanciata da otto aperture straordinarie dei centri commerciali, per quanto concerne i centri commerciali. Ora resta da capire se la proposta targata M5S e quella targata Lega, verranno accorpate dopo un lavoro di sintesi. Quel che è certo è che il Ministro dell’Agricoltura e del Turismo, il leghista Centinaio, non è concorde sulla proposta di far chiudere in maniera obbligatoria gli esercizi commerciali di domenica. Il titolare del dicastero dell’Agricoltura e del Turismo, parlando della proposta del Governo, ha lanciato l’idea di escludere le città turistiche da tale obbligo. Il motivo di tale posizione è riconducibile al fatto che, secondo Centinato, una estensione di una normativa simile anche agli esercizi commerciali operanti nelle realtà turistiche italiane andrebbe ad incidere in modo negativo sul settore del turismo, che come sai è uno dei punti di forza dell’economia italiana. Come avrai compreso, la discussione politica, che si è accesa anche per le critiche del PD e delle altre opposizioni alla proposta del Governo, è molto accesa: non resta che capire quale sarà il suo esito finale.