La Legge di Bilancio 2019 ha conservato le aliquote IRPEF applicate nell’anno precedente. Infatti la flat tax verrà adottata soltanto successivamente, a eccezione dei titolari di partita IVA in regime forfettario. Come imposta diretta, progressiva e personale per i pensionati, i lavoratori dipendenti e i titolari di partita IVA che adottano la modalità ordinaria, l’IRPEF viene determinata tenendo in considerazione il reddito di ciascun contribuente. Sono previsti cinque scaglioni di reddito corrispondenti a cinque aliquote dal 23% al 43%.
Gli scaglioni e le aliquote IRPEF 2019
Per quanto riguarda il 2019 è stata prevista una detassazione totale dei redditi minimi che non superano i 8.140 euro all’anno. Invece gli scaglioni previsti sono:
- redditi annuali da 8.140 a 15.000 euro, corrispondenti a un’aliquota del 23%;
- redditi annuali da 15.001 a 28.000 euro. In questo caso viene prevista una tassa una tantum pari a 3.450 euro. In più si applica un’aliquota del 27% sulla parte del reddito eccedente i 15.000 euro;
- redditi annuali compresi tra i 28.001 e i 55.000 euro. Il contribuente deve versare un’imposta secca di 6.960 euro e si applica l’aliquota del 38% sulla parte del reddito superiore ai 28.000 euro;
- redditi compresi tra i 55.001 e i 75.000 euro all’anno. Il contribuente deve versare un’imposta una tantum pari a 17.220 euro. Inoltre sulla parte del reddito eccedente i 55.000 euro si adotta un’aliquota del 41%;
- per i redditi superiori a 75.000 euro l’anno il contribuente deve versare un’imposta di 25.420 euro. Al tempo stesso è prevista un’aliquota del 43% per l’ammontare eccedente i 75.000 euro.
Come applicare l’aliquota in base allo scaglione di riferimento
Proprio per le sue caratteristiche l’IRPEF si caratterizza per essere un’imposta progressiva. Di conseguenza, per determinare l’ammontare della cifra da corrispondere al Fisco, è necessario verificare all’interno di quale scaglione di reddito rientra il contribuente. Solo in questo modo è possibile accertare quale sia l’aliquota di riferimento da applicare. In secondo luogo è bene tenere a mente che, a partire dal secondo scaglione, si adottano le aliquote soltanto per la parte di reddito che supera la cifra massima relativa allo scaglione precedente. Altri elementi da considerare sono:
- per quanto riguarda il primo scaglione, la cifra massima da versare al Fisco risulta essere pari a 3.450 euro, corrispondenti al reddito limite di 15.000 euro;
- i soggetti appartenenti al secondo scaglione devono versare il 23% per quanto riguarda i redditi fino a 15.000 euro, corrispondente a un’imposta una tantum di 3.450 euro. Per la parte eccedente, invece, si applica un’aliquota del 27%. Ad esempio, se il contribuente presenta un reddito annuale pari a 20.000 euro dovrà versare al Fisco 4.800 euro. Di questi 3.450 euro sono riferibili ai primi 15.000 guadagnati e 1.350 euro corrispondono al 27% di 5.000 euro, cioè la percentuale che supera il limite massimo del precedente scaglione;
Il calcolo dello stipendio netto e l’IRPEF
I lavoratori dipendenti per poter determinare l’ammontare dell’IRPEF devono innanzitutto saper calcolare l’importo dello stipendio netto. In questo caso si fa riferimento all’ammontare dello stipendio lordo riportato all’interno della busta paga. Per poter effettuare questa procedura bisogna seguire i seguenti passaggi. Innanzitutto si verifica a quanto ammonta il reddito mensile, sommando:
- le indennità di trasferta. In questo caso si considera come diaria soltanto la parte che supera una determinata somma giornaliera. Bisogna fare riferimento a quanto previsto dalla normativa, che distingue tra le indennità di trasferta all’estero o relative al territorio italiano;
- gli stipendi ricevuti nel periodo considerato. Si devono considerare soltanto gli stipendi netti, quindi sottraendo l’ammontare dei contributi INPS a carico del lavoratore;
- la parte imponibile dei vari assegni percepiti (non valgono quelli riferibili al nucleo familiare) e delle indennità.
A questo punto si sottraggono gli oneri deducibili dal reddito mensile. Tra questi si ricorda l’assegno al coniuge separato che il datore di lavoro corrisponde in maniera diretta. Una volta trovato l’imponibile fiscale si verifica in quale scaglione si rientra e si applica a questa somma la relativa aliquota IRPEF. L’operazione consente di calcolare l’imposta lorda, ma esistono alcune detrazioni fiscali IRPEF determinate in base all’effettiva capacità contributiva del soggetto.