In Italia, l’Agenzia delle entrate è un ente pubblico sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’economia e delle finanze, che si occupa di assicurare il massimo livello di tax compliance mediante l’assistenza ai cittadini contribuenti e il recupero dell’evasione fiscale. Quest’agenzia è dotato di autonomia regolamentare, finanziaria, amministrativa, contabile, organizzativa e patrimoniale.
Come sono strutturati i rapporti tra l’Agenzia delle entrate e il Ministero dell’economia e delle finanze? La regolamentazione dei loro rapporti verte su una convenzione della durata di tre anni, dove a monte vengono stabiliti quali servizi devono essere assicurati, quali sono gli obiettivi da centrare e infine a quanto ammontano le risorse impiegate per questi scopi.
Come agisce l’Agenzia delle entrate?
Al fine di prevenire e di recuperare l’elusione fiscale, la strategia dell’Agenzia delle entrate consiste nell’identificare a priori quali sono le situazioni a maggior rischio per poi utilizzare controlli efficienti. Il ruolo centrale del cittadino contribuente è di cruciale importanza per l’Agenzia delle entrate che ha l’obiettivo di agevolare gli adempimenti fiscali, garantendo corretta informazione, assistenza a 360 gradi e consulenza sia ai contribuenti che agli intermediari fiscali. In quest’ottica, è essenziale il compito dei canali telematici, visto che devono modernizzare le procedure amministrative.
Funzioni e compiti dell’Agenzia delle entrate
L’Agenzia delle entrate svolge funzioni attinenti ai controlli fiscali, agli accertamenti e alla gestione dei tributi, anche con il supporto della Guardia di Finanza, con l’intento di verificare che i cittadini contribuenti adempiano agli obblighi fiscali. Il recupero dell’evasione fiscale, la corretta interpretazione delle norme, l’acquisizione delle dichiarazioni, l’elaborazione degli atti, la predisposizione alla modulistica e l’efficiente gestione delle banche date rientrano tra le funzioni primarie di quest’ente pubblico.
Ma i compiti dell’Agenzia delle entrate non si esauriscono qui, visto che svolge anche servizi attinenti al catasto e alle conservatorie dei registri degli immobili con l’intento di organizzare nella maniera migliore l’anagrafe immobiliare in Italia. Al fine di agevolare i rapporti con gli utenti, quest’agenzia si occupa anche di sviluppare i sistemi informativi relativi sia alla funzione fiscale che alle trascrizioni focalizzare sui diritti sugli immobili.
Limiti dell’Agenzia delle entrate
Vi sono dei beni, di cui nessuno può essere privato e che, di fatto, non possono essere pignorati anche se ad essere creditore è lo stato. Quali sono?
- La prima casa: lo Stato non può pignorarla. Diverso è il caso in cui a dover riscuotere il credito sia un istituto bancario o un altro soggetto privato.
- I beni presenti nel primo immobile non possono essere pignorati: nello specifico, il letto, il tavolo da pranzo con le sedie, l’armadio, il guardaroba, la cucina, la lavatrice, la stufa, le posate, gli utensili e i mobili che li custodiscono.
- Ai sensi del Decreto Legge 69/2003 (articolo 52, comma 1, lettera f), l’ultimo stipendio addebitato sul proprio conto corrente non può essere pignorato. Le soglie massime di impignorabilità sullo stipendio ammontano al 10% fino a 2.500 euro, a 14,3% tra i 2.500 e i 5.000 euro e al 20% sopra i 5.000 euro.
Le polizze vita non sono soggette a pignoramento. Le somme versate sul conto corrente sono pignorabili anche se derivano dall’accredito dello stipendio o della pensione. Vi sono però dei limiti e precisamente:
- Fino a 1.344 euro, lo stipendio non può essere pignorato
- Fino a 672,76 euro, soglia minima vitale, la pensione non è soggetta a pignoramento. Per cifre superiori è pignorabile, il pignoramento massimo è pari al 20%. La pensione di invalidità non è pignorabile
- Per ciò che concerne i depositi sul conto corrente cointestato, l’importo massimo pignorabile è del 50%.